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Lo sfogo

Sputi, calci e pugni ai due volontari del 118. E in ospedale ci finiscono loro

Il direttore della Croce Argento: «Ora basta, vogliamo poterci difendere»

ambulanza

Soccorso dei sanitari del 118 (foto di repertorio)

Due sanitari in ospedale dopo essere stati aggrediti da un paziente che li ha presi a calci, pugni e sputi: è il bilancio del soccorso effettuato intorno alle 7.30 di stamattina dai volontari della Croce Argento di Ciriè, mandati della Centrale operativa del 118 in corso Palermo a Torino, a cavallo fra i quartieri Aurora e Barriera di Milano.

Ripercorre Mattia Tarantino, direttore della Croce Argento: «Ci hanno chiesto di mandare un equipaggio dopo un'aggressione tra due persone: uno dei due, poi risultato un giovane spacciatore di origine africana, era stato preso a sassate da un'altra persona».

Il caos sull'ambulanza dopo l'aggressione subita dai volontari

I volontari dell'ambulanza hanno soccorso il ragazzo, medicandogli una brutta ferita al setto nasale: «A quel punto lui ha dato in escandescenze e ha aggrediti i sanitari a calci e pugni, sputando il sangue che gli colava dalla ferita. E' poi arrivata la polizia e ha aggredito anche gli agenti, che lo hanno poi portato via».

Le macchie di sangue sulla barelle dopo l'aggressione

Invece i sanitari sono stati trasportati all'ospedale San Giovanni Bosco, dove i medici li hanno medicati per le ferite e li hanno dimessi con una prognosi di 7 giorni: «E' stato più che altro lo shock, è la terza aggressione che subiamo da inizio anno, non è più possibile andare avanti così» si sfoga Tarantino.

Il 9 gennaio, per esempio, un 40enne ha preso una dei sanitari per il collo, poi si è scagliato contro gli altri due uomini che lo avevano soccorso: «Serve un intervento dalla Regione per tutelare i sanitari - lancia l'appello il direttore della Croce Argento di Ciriè - Vogliamo degli strumenti di difesa personale come lo spray al peperoncino, che in caso di aggressione ci permettono di difenderci in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine. Oppure bisogna essere sicuri che i poliziotti o i carabinieri arrivino sempre insieme a noi: non ne possiamo più di essere presi a mazzate».

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