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A Pecetto Torinese

Anziani denutriti, sporchi e truffati nell'ospizio degli orrori. La Finanza arresta i responsabili

Scandalo nella gestione di una residenza sanitaria per anziani la "Dimensione Essere"

anziani

Ricercato per una condanna, tradito dalle foto postate su Fb (foto di repertorio).

Scandalo nella gestione di una residenza sanitaria per anziani a Pecetto Torinese, la "Dimensione Essere" in via Cambiano 39: la Guardia di Finanza di Torino ha effettuato due arresti e imposto un divieto di dimora ai responsabili della struttura, operata in modo completamente abusivo tramite un'associazione.

L'operazione è stata condotta in collaborazione con la Procura della Repubblica del capoluogo piemontese. Le indagini, svolte dai finanzieri della Compagnia Susa, hanno raccolto prove concrete attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, che avvalorano l'esistenza di condotte illegali commesse dagli indagati. Tra le accuse figurano la gestione abusiva della struttura, la somministrazione di farmaci scaduti e l'abbandono di 14 anziani ospitati. Inoltre, è emersa la mancanza di personale qualificato, tra cui figure professionali, sociali e sanitarie, necessarie per la cura dei pazienti, alcuni dei quali non autosufficienti.

Uno degli anziani è stato oggetto di una truffa, in cui i responsabili hanno sfruttato la sua età avanzata per ottenere denaro e beni immobili. L'anziano è stato indotto a redigere un testamento olografo, poi sequestrato dalle autorità giudiziarie. La scoperta di questa circostanza ha contribuito a rendere ancora più grave il quadro dell'intera vicenda. Un episodio significativo è avvenuto durante la visita della Commissione UVG (Unità di Valutazione Geriatrica) dell'ASL To5.

Poco prima dell'arrivo degli ispettori sanitari, gli indagati hanno segretamente trasferito due anziani non autosufficienti presso le loro case, con l'intento di nascondere il fatto che questi fossero ospitati nella struttura abusiva. In tal modo, speravano di evitare la riqualificazione dell'abitazione come residenza sanitaria per anziani (R.S.A.).

Al termine delle indagini, sono stati sequestrati i conti bancari e l'intera struttura sanitaria abusiva, mentre gli ospiti sono stati trasferiti in R.S.A. autorizzate, garantendo loro un adeguato livello di assistenza. Nei mesi successivi la struttura ha riaperto e ora è attiva con una nuova gestione, che non ha nulla a che vedere con la precedente.

Ulteriori indagini di natura economica e finanziaria hanno permesso di considerare l'associazione responsabile della struttura abusiva come un'impresa commerciale, evidenziando violazioni delle norme fiscali e possibili reati di "omessa dichiarazione".

Le due persone coinvolte, una come amministratore di fatto e l'altra come amministratore di diritto dell'associazione, sono state segnalate all'Autorità Giudiziaria. Gli anziani venivano lavati una volta al mese. Non gli cambiavano mutande e calze. E il cibo scarseggiava: «A cena davano carne in scatola e basta, tanto che qualcuno andava di notte a cercare altro nella dispensa», riporta Mauro Listello nella denuncia consegnata alla Procura di Torino. Nell'ospizio viveva anche Angelo Listello, il padre 96enne di Mauro.

Fino al 2 marzo, quando i sostituti procuratori Giulia Rizzo e Paolo Toso hanno chiesto il sequestro dell’immobile. Il gip di Torino aveva accolto e la residenza è stata sgomberata. Guardia di finanza, polizia giudiziaria della Procura e carabinieri del Nas avevano ipotizzato che la casa di riposo fosse del tutto abusiva: sarebbe una “struttura fantasma” non registrata all’Asl e quindi non sottoposta ad alcun tipo di controllo. Il personale interno sarebbe stato tutto in nero: infermieri, oss, cuochi e personale amministrativo. Si era anche il reato di circonvenzione di incapace, emerso dal testamento scritto da un anziano ospite. Sarebbe stato raggirato e costretto a donare i suoi averi a sconosciuti o quasi.

«L’alimentazione non era adeguata, visto che la cena si limitava a una semplice porzione di carne in scatola. Infatti capitava che gli ospiti scendessero di notte per cercare altro da mangiare: andavano nella cantina, dove tenevano le provviste. Mi risulta anche che gli operatori non consegnassero il cibo che noi portavamo ai nostri genitori»

Poi si era aggiunta anche l’ipotesi di maltrattamenti agli ospiti: «Mio padre e un altro anziano, Giorgio Gastaldi, sono finiti alla Residenza Casa Serena di Torino - premette Mauro Listello - La responsabile della nuova struttura mi ha detto che, quando sono arrivati, erano in condizioni igieniche precarie: gli indumenti intimi erano evidentemente sporchi e indossati da giorni». I due anziani non avevano mai raccontato problemi del genere ai figli: «Adesso mi hanno detto che, negli ultimi due anni, facevano la doccia non più di una volta al mese».

Listello aveva denunciato: «L’alimentazione non era adeguata, visto che la cena si limitava a una semplice porzione di carne in scatola. Infatti capitava che gli ospiti scendessero di notte per cercare altro da mangiare: andavano nella cantina, dove tenevano le provviste. Mi risulta anche che gli operatori non consegnassero il cibo che noi portavamo ai nostri genitori». Per tutti questi motivi, il chierese si è affidato all’avvocato Giovanni Giaretti aveva presentato denuncia per il reato di maltrattamenti aggravati perché commessi ai danni di persone anziane.
 

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