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Maturità classica: ecco la traduzione della versione di Seneca di Chat Gpt

L'intelligenza artificiale Chat GPT ha prodotto la traduzione in 27 secondi

Seneca

Quest'anno è toccato a lui

IL TESTO

Non est per se magistra innocentiae solitudo nec frugalitatem docent rura, sed ubi testis ac spectator abscessit, vitia subsidunt, quorum monstrari et conspici fructus est. Quis eam quam nulli ostenderet induit purpuram? Quis posuit secretam in auro dapem? Quis sub alicuius arboris rusticae proiectus umbra luxuriae suae pompam solus explicuit? Nemo oculis suis lautus est, ne paucorum quidem aut familiarium, sed apparatum vitiorum suorum pro modo turbae spectantis expandit. Ita est: inritamentum est omnium in quae insanimus admirator et conscius. Ne concupiscamus efficies si ne ostendamus effeceris. Ambitio et luxuria et inpotentia scaenam desiderant: sanabis ista si absconderis. Itaque si in medio urbium fremitu conlocati sumus, stet ad latus monitor et contra laudatores ingentium patrimoniorum laudet parvo divitem et usu opes metientem. Contra illos qui gratiam ac potentiam attollunt otium ipse suspiciat traditum litteris et animum ab externis ad sua reversum.

LA TRADUZIONE

La solitudine di per sé non è maestra di innocenza né la campagna insegna la frugalità, però quando i testimoni e gli spettatori si sono dileguati, i vizi, la cui ricompensa sta nell’essere ostentati e guardati, perdono la loro vivacità. Chi mai ha indossato un abito di porpora da non mostrare a nessuno? Chi mai ha imbandito su mense dorate una cena solitaria? Chi mai, adagiato sotto l’ombra di un qualche albero agreste, ha mai fatto sfoggio in solitudine della propria dissolutezza? Nessuno fa lo splendido per gli occhi propri e neppure per quelli di pochi intimi o dei familiari, ma piuttosto dispiega l’apparato dei suoi vizi a misura della folla che lo ammira. È proprio così: la causa scatenante di tutte le nostre follie è uno spettatore e un complice. Riuscirai a impedirci di non essere avidi se sarai riuscito a impedirci di fare ostentazione. L’ambizione, la dissolutezza e la sfrenatezza desiderano un palcoscenico: curerai questi mali se li avrai tenuti nascosti. E così, se ci troviamo a vivere nel bel mezzo del chiasso delle città, ci stia accanto un consigliere; e contro coloro che lodano ingenti patrimoni, lui lodi invece chi è ricco del poco e sa commisurare i suoi beni all’utilità. Contro coloro che esaltano il successo e il potere, lui stesso ammiri invece la vita ritirata, dedita agli studi, e l’animo che si è rivolto dai beni esteriori ai beni che sono veramente suoi.

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