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Arte piemontese

A fuoco la Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto

E' accaduto questa mattina all'alba in piazza del Municipio a Napoli

L'incendio

La Venere degli Stracci a fuoco

A fuoco la Venere degli Stracci dell'artista piemontese Michelangelo Pistoletto. E' accaduto questa mattina (12 luglio) alle 5,30 in piazza del Municipio a Napoli dove, uno dei simboli dell'arte povera per eccellenza, era stata inaugurata dallo stesso Pistoletto quindici giorni fa. L'installazione decorava la parte della piazza antistante il molo Beverello. Le fiamme, che potrebbero anche avere origine dolosa, hanno completamente distrutto l'opera e gli stracci che l'adornavano. Sono questi ultimi, infatti, i tratti distintivi della Venere dell'artista di Biella che proprio quest'anno ha compiuto novant'anni.

La sua idea è quella di rappresentare l'umanità di oggi, chiamata a esprimere il suo lato migliore. Michelangelo Pistoletto ha realizzato diverse versioni della Venere e cuna copia è custodita in forma permanente anche al Castello di Rivoli di Torino dove, in autunno, si terrà una personale dedicata all'artista. Le altre si trovano al Museo Arte Contemporanea Donna Regina di Napoli, alla Fondazione Pistoletto di Biella, alla Tate Gallery di Liverpool.

«La Venere che viene dalla storia della bellezza rigenera questi stracci, che di colpo diventano opera d'arte e ritornano a vivere», ha raccontato Pistoletto nel corso della cerimonia di inaugurazione, che si è svolta nella sala Giunta del Comune, con il sindaco Gaetano Manfredi. 

Momenti di gioia, oggi, rovinati da quanto accaduto all'alba. Secondo le prime indagine l'incendio potrebbe essere anche il frutto di una bravata, un'ennesima prova da postare sui social per acchiappare click.

Chi è Michelangelo Pistoletto

Michelangelo Olivero Pistoletto è nato a Biella il 25 giugno 1933, è un artista, pittore e scultore italiano, animatore e protagonista della corrente dell'arte povera. 

Figlio unico di Livia Fila (1896-1971) e del pittore Ettore Olivero Pistoletto (1898-1984) che aveva realizzato una serie di dipinti sulla storia dell'arte della lana per la Zegna di Biella. Un anno dopo la sua nascita la famiglia si trasferisce a Torino, dove il padre aveva aperto uno studio di restauro. Fin da bambino frequenta lo studio del padre, avverso alle tendenze dell'arte moderna, dove apprende le basi del disegno e della pittura, le tecniche di restauro più recenti; si avvicina al mondo dell'arte anche attraverso visite domenicali alla Galleria Sabauda di Torino.

Inizia nel 1947 come apprendista nella bottega del padre restauratore di quadri, con cui collabora fino al 1958: è qui che egli viene in contatto con la tradizione pittorica occidentale, l'arte medievale e rinascimentale.

Nel 1953, collabora con Armando Testa, fondatore della prima scuola di pubblicità in Italia. Dirige tale istituto di advertising fino al 1958. La pubblicità influenzerà le sue prime ricerche. Già in questi anni inizia la sua attività creativa nel campo della pittura che si esprime anche attraverso numerosi autoritratti, su tele preparate con imprimitura metallica e successivamente su superfici di acciaio lucidato a specchio.

La frequentazione di luoghi espositivi torinesi, come la Galleria Notizie di Luciano Pistoi, la Galleria La bussola, il Centro Internazionale di Ricerche Estetiche e il Museo Civico, dove il critico Luigi Carluccio aveva curato una seria di mostre focalizzate sul confronto fra Italia e Francia, con artisti quali Georges Mathieu e Hans Hartung, insieme al contatto con le opere di Lucio Fontana, viste a Torino alla rassegna "Arte in vetrina", lo conducono ad una riflessione sull'arte contemporanea, sulla contrapposizione fra astratto e figurativo.

Espone la sua prima opera, un autoritratto, nel 1955 al Circolo degli Artisti di Torino.

Con gli Oggetti in meno e le prime opere con gli stracci, ad esempio tre Venere degli stracci (1967), sarà catalizzatore alla nascita dell'Arte Povera.

Nel 1967 pubblica in proprio una riflessione teorica sull'evoluzione del suo lavoro, intitolata Le ultime parole famose: si interroga sull'ambiguità in arte fra «una parte mentale e astratta e una parte concreta e fisica», tra una presenza letterale dell'artista nello specchio e una sua presenza intellettuale in pittura.

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