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Innovazione

Cosa ci svelano le prime immagini del telescopio Euclid?

La missione dell’ESA rivela la rete cosmica e 26 milioni di galassie, rivoluzionando la nostra comprensione dell’universo

Cosa ci svelano le prime immagini del telescopio Euclid?

La missione Euclid dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha recentemente rilasciato i primi dati scientifici, offrendo un'anteprima straordinaria di ciò che ci riserva l'universo profondo. Con un importante contributo dell'Italia, attraverso l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), l'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e diverse università italiane, Euclid ha svelato immagini mozzafiato di tre ampie aree del cielo, fornendo una nuova prospettiva sulla struttura su larga scala dell'universo e sulla formazione delle galassie nel tempo.




In un lasso di tempo paragonabile a una sola settimana di osservazioni, il telescopio è riuscito a rilevare più di 26 milioni di galassie, molte delle quali si trovano a distanze impressionanti, fino a 10,5 miliardi di anni luce dalla Terra. Tra queste, oltre 380.000 galassie sono già state classificate grazie all'uso combinato di intelligenza artificiale e citizen science, che ha permesso di analizzare enormi quantità di dati in modo rapido ed efficiente. Questo approccio ha anche portato all'individuazione di 500 oggetti candidati come lenti gravitazionali, fenomeni che ci permettono di osservare l'universo in modi altrimenti impossibili.

Le immagini rilasciate mostrano chiaramente come galassie di diverse forme e dimensioni si intrecciano, raggruppandosi in filamenti giganteschi che formano una "rete cosmica". Questa vasta struttura collega le galassie e gli ammassi galattici attraverso fili di materia visibile e invisibile, fornendo indizi fondamentali su come l'universo si è evoluto nel tempo. I dati includono anche numerosi ammassi di galassie, nuclei galattici attivi e fenomeni transitori, elementi chiave per comprendere le forze invisibili che modellano il cosmo.

L'Italia ha giocato un ruolo di protagonista nella missione Euclid, progettando la strategia osservativa e coordinando tutte le attività a terra per la ricostruzione e l'analisi dei dati. Il nostro paese ha contribuito anche alla realizzazione dei due strumenti scientifici a bordo del satellite: il VIS (Visible Instrument) e il NISP (Near Infrared Spectrometer Photometer), che hanno l'obiettivo rispettivamente di ottenere immagini ad alta risoluzione del cielo profondo e di misurare gli spettri di milioni di galassie.

"Euclid è una continua sorpresa", afferma Teodoro Valente, presidente dell'ASI. "Con le sue eccezionali immagini sull'universo sta aprendo interessanti nuovi orizzonti per la scienza e per la conoscenza". La missione rappresenta uno dei programmi più ambiziosi a livello internazionale, coinvolgendo oltre duecento scienziati italiani e numerose università. La collaborazione tra ASI, industria, enti e università ha funzionato perfettamente, rafforzando il ruolo italiano all'interno della cooperazione europea.

La missione, che si concluderà nel 2030, promette di mappare un terzo dell'intero cosmo, fornendo una miniera di dati che cambierà per sempre la nostra visione dell'universo.

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