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Medio Oriente
07 Maggio 2025 - 09:40
Colonna di fumo successivamente all'attacco dei raid israeliani all'aeroporto di Sanaa
La guerra in Medio Oriente entra nel suo 579° giorno con sviluppi significativi in Yemen, dove l’aeroporto internazionale di Sanaa è stato costretto a sospendere tutte le operazioni aeree a causa dei pesanti danni provocati da raid israeliani.
Secondo quanto dichiarato dal direttore dell’aeroporto, l’attacco aereo israeliano di martedì ha distrutto la torre di controllo e danneggiato la pista, rendendo impossibile la ripresa dei voli. Questo raid è il secondo in due giorni e si inserisce in una serie di attacchi israeliani contro obiettivi Houthi in Yemen, in risposta al lancio di missili da parte dei ribelli verso Israele.
Gli Houthi sono un movimento politico armato originario dello Yemen. Conosciuti come "Ansar Allah" (in arabo "I partigiani di Dio"), sono un gruppo ribelle di religione zaidita, una branca dello sciismo predominante nel nord dello Yemen. I Houthi, che avevano inizialmente un supporto popolare significativo nel nord dello Yemen, sono stati accusati di violazioni dei diritti umani, inclusi abusi contro i prigionieri, l'uso di minori soldato e attacchi indiscriminati contro i civili. Tuttavia, il movimento ha anche sviluppato una retorica che li dipinge come una forza di resistenza contro l'invasione saudita e le ingerenze straniere nel paese.
Il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato un cessate il fuoco con i ribelli Houthi, mediato dal sultanato dell’Oman. Secondo Trump, i ribelli hanno accettato di fermare gli attacchi alle navi mercantili nel Mar Rosso e nello Stretto di Bab el-Mandeb, in cambio della sospensione dei bombardamenti statunitensi. Tuttavia, i leader Houthi hanno dichiarato di continuare le ostilità contro Israele in solidarietà con la Palestina.
Intanto, il governo israeliano ha aggiornato la lista degli ostaggi israeliani ancora in vita nella Striscia di Gaza, confermando che 24 persone sono ancora nelle mani di Hamas. Questa dichiarazione arriva dopo le parole del presidente Trump, che aveva indicato che solo 21 ostaggi erano ancora vivi.
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