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pizza e spionaggio
19 Giugno 2025 - 17:25
Se pensate che per captare le prossime crisi internazionali servano microspie, hacker o insider della CIA, forse dovreste buttare un occhio su Domino’s. O meglio, sul District Pizza Palace, o magari su We, The Pizza. Sì, perché c’è chi da anni segue con serietà – e una certa dose di ironia – un curioso indicatore statistico: il Pizza Index. E, incredibilmente, ci prende. Anche troppo.
Il concetto è semplice e affascinante: quando qualcosa di grosso bolle in pentola nei corridoi del potere USA, crescono a dismisura gli ordini di pizza notturni nelle zone intorno al Pentagono, alla Casa Bianca e ad altri uffici governativi. Il che, in sé, non è strano: anche gli strateghi militari hanno fame. Ma quel che sorprende è quando succede. I picchi di ordini precedono spesso decisioni cruciali, escalation militari, raid, dichiarazioni di crisi.
A rilevarlo oggi è un account di X (ex Twitter), Pentagon Pizza Report, che tiene traccia, in tempo reale, dell’attività delle pizzerie nei pressi delle sedi del potere a Washington. E i numeri parlano. Giovedì 12 giugno 2025, per esempio, un'impennata improvvisa di ordini – intorno alle 18:59 – ha anticipato di poche ore la nuova fiammata del conflitto Iran-Israele. Coincidenza? Forse. Ma succede troppo spesso per essere ignorata.
Tutto ha inizio negli anni ’90, quando Frank Meeks, titolare di decine di pizzerie Domino’s in Virginia del Nord, nota qualcosa di strano: ogni volta che il telefono squilla senza sosta nelle filiali vicino alla CIA o al Pentagono, di lì a poco accade qualcosa di grosso. È il 1° agosto 1990 quando riceve un’ondata di ordini da Langley. Il giorno dopo l’Iraq invade il Kuwait. Coincidenze, ancora? Forse. Ma si ripete tutto prima della Desert Storm e pure durante l’impeachment di Clinton.
Nel frattempo, anche i sovietici avevano notato il fenomeno, ribattezzandolo Pizzint (da Pizza Intelligence). I loro analisti intercettavano il battito cardiaco dell’America studiando il traffico nelle pizzerie.
Oggi tutto questo si chiama open-source intelligence (OSINT), e significa una cosa semplice: si può osservare il mondo usando fonti pubbliche. In questo caso, le mappe di Google e le code nei locali. Perché quando al Freddie’s Beach Bar, storico gay bar vicino al Pentagono, cala bruscamente l’afflusso di funzionari in cravatta all’ora dell’aperitivo, vuol dire che sono chiusi dentro a pianificare qualcosa. Quando le pizze con extra formaggio vanno sold out, non è solo fame: è nervosismo da nottata operativa.
Il Pizza Index ha “predetto” ben 21 eventi chiave solo negli ultimi anni, secondo quanto riportato dall’Economic Times. Tra i più clamorosi, l’attacco dell’Iran a Israele nell’aprile 2024. Eppure, ufficialmente, il governo americano giura di non essere coinvolto: “Non serve ordinare, la pizza l’abbiamo già dentro l’edificio”, ha ironizzato un portavoce del Pentagono.
Forse non tutto è scienza esatta, ma c’è qualcosa di profondamente rivelatore in questa storia. La pizza come specchio del mondo. Una cartina tornasole. Uno spicchio di verità tra mozzarella e pepperoni. Ma soprattutto: l’umanità, sotto pressione, si consola con carboidrati e formaggio. Che sia il tuo coinquilino alle prese con un esame, o un consigliere per la sicurezza nazionale con in mano il destino del Medio Oriente, l’istinto è lo stesso: ordinare una margherita. E allora non serve diventare complottisti. Basta seguire la pizza.
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