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Con “Da Chicco a Chicco” Nespresso dona 95mila piatti al Banco Alimentare

nespresso banco alimentare

Il progetto “Da Chicco a Chicco” entra nel vivo: i primi 86 quintali di riso, l’equivalente di circa 95mila piatti, sono stati consegnati al Banco Alimentare del Piemonte da Nespresso in occasione della Giornata internazionale della Solidarietà umana. La raccolta e il riciclo delle capsule di caffè esauste sono il cuore del progetto che l’azienda ha attivato in Italia nel 2011. L’alluminio viene trasformato in penne, biciclette e coltellini. Il caffè invece diventa compost, che concima le risaie del novarese; quel riso viene poi riacquistato da Nespresso e donato a Banco Alimentare, che nella nostra regione aiuta oltre 100mila persone in difficoltà, tramite la collaborazione con 563 strutture caritative accreditate.

“Da Chicco a Chicco” è un progetto di economia circolare che, oltre ad un evidente impatto ecologico, ha un forte effetto anche dal punto di vista alimentare. Lo spiega Salvatore Collarino, presidente del Banco Alimentare del Piemonte: «La consegna del riso, prima di Natale, ci rende profondamente felici, perché significa portare a tante famiglie in difficoltà un piatto ricco di tradizione e storia. Il progetto da “Chicco a Chicco” è questo per noi, un modo per donare cibo di qualità, attraverso una collaborazione che passa dalla sostenibilità del prodotto, che in più per noi è legato alla storia del territorio su cui operiamo».

Ma la situazione generale è tutt’altro che rosea. «Confermiamo quanto emerge dal rapporto Caritas - continua Salvatore Collarino - ovvero l’aumento delle persone in difficoltà, che si rivolgono a noi per mangiare: le richieste sono cresciute del 7-8%. A questo si somma una situazione allarmante per costi e donazioni. Pur avendo raggiunto la stessa quantità di cibo distribuito nell’anno precedente, 9.100 tonnellate, registriamo negli ultimi mesi un calo delle donazioni, compensato da inizio di anno particolarmente favorevole. Ma questo calo, che è analogo in tutta Italia e stimiamo intorno all’8-10%, è un segnale preoccupante in vista del 2023. Inoltre, il costo per distribuire un pasto è salito da 7 a 10 centesimi, un incremento di oltre 40 per cento che mette in dubbio la sostenibilità del Banco Alimentare».

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