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Il presidente Mattarella a Torino, all'Arsenale della Pace e al Polo del 900

Visita lampo, poi il rientro a Roma. Ricevuto dal presidente della Regione e dal sindaco della città

«Torino, laboratorio dell'Italia»
Ad accogliere il presidente all'ingresso dei settecenteschi quartieri militari, progettati da Filippo Juvarra, oltre al primo cittadino, anche il governatore Alberto Cirio e Alberto Sinigaglia, presidente di quello che è oggi è un polo culturale che promuove la conoscenza della storia del Secolo Breve e dei valori della Resistenza che Mattarella ha definito «custode di un'idea del Novecento che è contenuta nella nostra Costituzione» prima di ascoltare gli interventi sui progetti incentrati sul rapporto tra i giovani e la memoria storica di quel periodo. «Due elementi caratterizzano il Polo - ha proseguito il Capo dello Stato - le idee e la contemporaneità, il proposito di parlare ai giovani non con uno stantio racconto del passato. Le vicissitudine umane ci ammoniscono che la lezione della storia può metterci al riparo dalle tragedie del passato: Torino e il Piemonte per tutto il 900 sono state laboratori per tutta l'Italia».

«Presidente, noi giovani abbiamo perso la speranza»
Il presidente ha poi ascoltato gli interventi di giovani e studiosi. Per primo quello dello storico Carlo Greppi, che ha introdotto il tema della Resistenza come «una storia al plurale». Poi quello di Marcella Filippa della Fondazione Vera Nocentini, che ha allargato lo scenario all'attualità, arrivando a quella di Medio Oriente, Siria e Turchia. E prima che prendesse la parola Alda Noka per illustrare il progetto “Super Partes”, incentrato sul rapporto tra le nuove generazioni e l’accoglienza, l'attenzione del presidente si è concentrata tutta sulle parole della neodiplomata Felicia Del Maschio che, partendo da un’analisi di mappatura dell’Unione Europea, ha saputo fotografare la sua generazione in un'istantanea che ha quasi commosso Mattarella. «Il prossimo anno voterò per la prima volta e voterò per l'Europa. Ci sono tempi importanti, come la transizione ecologica, abbiamo sentito le sue parole e siamo d'accordo con lei - ha sottolineato -. I nostri coetanei non sono più capaci di parlare del futuro in modo speranzoso. Qui siamo tutti affamati di futuro e lo vedrete quando ci lascerete un piccolo spazio al tavolo delle decisioni». Proprio i più giovani, insomma, si dicono pronti al passaggio di testimone. «Presidente, lei ha detto non scoraggiatevi e io la ringrazio per le parole che ci riserva. Ci tengo a dirle che noi siamo pronti a questo passaggio di testimone. La storia è costellata di esempi di resistenza e valori su cui vogliamo costruire le città del domani, noi siamo pronti, spero lo siate anche voi».

Una piazza per l'Arsenale della Pace
Prima dell'arrivo di Mattarella al Sermig è stato il sindaco Stefano Lo Russo a far per primo gli "auguri" per il quarantennale a Ernesto Olivero su Facebook. Annunciando anche una novità. «Buon compleanno, Arsenale della Pace! Quarant'anni fa, grazie a Ernesto Olivero, iniziava la storia di quello che nel corso del tempo è diventato punto di riferimento, esempio, segno evidente e testimonianza costante di come si possa essere concretamente costruttori di pace, aiutando ogni giorno chi è in difficoltà» ha scritto Lo Russo. «In occasione di questo importante traguardo - ha aggiunto - ho proposto alla Commissione Toponomastica che una parte di piazza Borgo Dora venga intitolata all'Arsenale: un gesto simbolico che vuole essere un riconoscimento e un ringraziamento per tutto quello che Ernesto e l'Arsenale della Pace fanno, hanno fatto e continueranno a fare per chi è più in difficoltà e per la nostra comunità».

La visita al Sermig e l'attestato per Piersanti Mattarella
Con l’amico di una vita, Sergio Mattarella, ha voluto condividere più di un abbraccio, portando a Torino anche la figlia Laura e i nipoti per incontrare Ernesto Olivero. Il fondatore del Sermig e dell’Arsenale della Pace in Borgo Dora. Una struttura ricevuta dal demanio militare esattamente quarant’anni fa per realizzare un sogno. Un «luogo del cuore» anche per il presidente della Repubblica che, prima di rientrare per Roma, ha fatto ancora una “tappa” all’Arsenale da cui non trapela nulla se non la «massima discrezione» su «un incontro assolutamente privato». Anticipato solo da una breve cerimonia per la consegna dell’attestato di “Artigiano della Pace” a Piersanti Mattarella, fratello del Presidente, ucciso dalla mafia nel 1980. «Il premio ogni anno vuole sottolineare l'esempio di testimoni e personalità e il loro impegno nella costruzione del bene comune» spiegano dal Sermig, senza far trapelare alcuna indiscrezione sulla visita tra «due amici» come spesso Olivero ha definito i suoi incontri con Mattarella.

L'abbraccio con Ernesto Olivero
«E l’amicizia chiede discrezione perché funzioni e porti risultati». Un assunto che è valso anche, ieri, quando Sergio Mattarella ha scelto di cambiare in parte il programma previsto dal cerimoniale e indirizzare un messaggio ai cittadini di Bologna, dove era previsto il suo arrivo nel pomeriggio per l’anniversario della strage alla stazione. Non è un mistero il legame del presidente Mattarella, oltre che con l’Arsenale della Pace, si sia stretto negli ultimi anni con il Piemonte e, in particolare, con Torino, come ha ricordato il governatore Alberto Cirio. «Rispettando il cerimoniale. oggi, gli ricorderemo che Torino e il Piemonte gli vogliono bene». E a dimostrarlo, anche fuori dal Polo del Novecento, c’era una piccola folla di persone semplici. «Siamo venuti per salutarlo, alcuni anche da Venaria e da Pianezza» racconta entusiasta Renata, prima di sbracciarsi al passaggio dell’automobile del Quirinale.

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