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LA STORIA
14 Gennaio 2024 - 13:09
Lui è nell'incubatrice, ignaro di essere stato abbandonato dalla sua mamma. Anzi, mostra tutta la sua voglia di vivere muovendo i piedini e facendo sentire la sua voce da dentro l'incubatrice. Intanto il pediatra e le infermiere di turno ieri sera hanno deciso: il neonato gettato fra i rifiuti si chiamerà Lorenzo. Per adesso, almeno: «Il suo futuro? Potrebbe essere dato in affidamento, a una famiglia o a una struttura, o più probabilmente adottato - spiega il dottor Giovanni Agriesti, responsabile della struttura di Neonatologia dell'ospedale di Ciriè, dov'è ricoverato il bimbo - Dipenderà dal Tribunale ma la sua mamma ha dieci giorni di tempo per cambiare idea e farsi avanti». E c'è chi le lancia un appello: «Spero che si metta una mano sulla coscienza e torni da suo figlio: non pensi alle conseguenze, la cosa più importante è che cresca il bambino. Altrimenti siamo pronti a prenderlo noi e dargli il mio cognome».
A parlare è Paolo Laforet, il 49enne di Villanova Canavese che ha trovato il piccolo Lorenzo. Era in una busta rossa, accanto al bidone dei rifiuti che si trova a due passi dalla casa di vicolo San Giuseppe 7. Il primo a vederlo, o meglio a sentirlo, è stato il figlio 15enne di Laforet, Casey: «Erano le 19.30, sono uscito con mio fratello e ho avuto l'istinto di guardare verso il bidone, a sinistra. Ho sentito come un gattino lamentarsi ma ho subito capito che era un bimbo: sono corso dentro casa a chiamare papà, che lo ha portato in casa per scaldarlo con delle coperte».
«Salvarlo è stato il gesto più bello che ho fatto nella mia vita - sottolinea Paolo Laforet - Era proprio bello, anche se era viola, sporco con la placenta e il cordone ombelicale. Era in un sacchetto rosso, con i piedini che uscivano fuori. Probabilmente non era lì da tanto». Secondo i medici, era nato meno di due ore prima: «Ci siamo messi a piangere, sono cose che si vedono solo in televisione ed è brutto se succede davvero - intervengono la moglie Letizia e l'altra figlia, Seyla - Per fortuna ora sta bene».
Conferma il dottor Agriesti: «E' arrivato in condizioni discrete, freddo ma non in grave ipotermia. Molto probabilmente lo hanno trovato subito ed era anche passato poco tempo dal parto: parliamo di un'ora o due ore prima del ritrovamento». Il piccolo Lorenzo è probabilmente nato al termine della gravidanza: pesa 3 chili e 330 grammi, è lungo 51 centimetri e ha già fatto tutti gli esami previsti in questi casi. Per il momento resta in incubatrice ma già nelle prossime ore andrà in un lettino: «Resterà qui fino a quando il Tribunale non avrà deciso il suo destino. Non posso dire altro, quelle sono questioni che competono ai magistrati».
Resta il mistero sui genitori, su cui ora indagano i carabinieri con il coordinamento della Procura di Ivrea. Come detto, la mamma ha dieci giorni di tempo per "reclamare" il piccolo. Ma rischierebbe comunque l'accusa di abbandono di minore: «Mi sono fatto un milione di domande su chi sia questa ragazza e perché abbia fatto un gesto del genere - riflette ancora Laforet - Non sono uno psicologo ed è difficile da capire. Penso che ci sia qualcosa dietro, forse quella ragazza è stata costretta». Di certo, nel giro di pochi minuti dopo il parto, lei o qualcun altro sono andati in vicolo San Giuseppe e hanno lasciato quel bimbo vicino al bidone: bisognerà scavare nelle immagini della videosorveglianza per eventualmente risalire ai responsabili. «La troveranno sicuramente» conclude Laforet.
«Poteva portarlo in ospedale e partorire in anonimato - riflettono moglie e figlia - Oppure suonare per farcelo trovare subito, visto il freddo che faceva. Siamo nel 2024, diciamo che ci sono delle precauzioni da prendere sia prima che dopo».
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