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Incredibile disguido
30 Marzo 2023 - 19:43
Hanno attraversato il Mediterraneo su un barcone e l’Italia su un autobus, per ritrovarsi soli e abbandonati in una piazza di Rocca Canavese. È la disavventura, per fortuna velocemente risolta, capitata a 26 profughi ivoriani che oggi all’ora di pranzo sono stati letteralmente scaricati a Rocca dall’autobus che li aveva portati in Piemonte da Siracusa, senza una guida o un accompagnatore. E senza che a Rocca nessuno avesse avvisato del loro arrivo.
«Erano circa le 12.30 quando mi hanno chiamato i commercianti della piazza - racconta il sindaco, Alessandro Lajolo - io e il mio vice, Franco Balsamo, ci siamo subito precipitati per vedere cosa stesse accadendo e ci siamo trovati di fronte questo gruppo di giovani, uomini e donne, che parlavano a malapena qualche parola di inglese e francese, soli in piazza». Il sindaco ha subito preso in mano la situazione e mentre si è occupato in prima persona di procurare cibo e acqua per i profughi, si è attaccato al telefono per contattare la prefettura. «Grazie alla loro collaborazione, abbiamo man mano dipanato la matassa. Sull’autobus viaggiavano in tutto 26 profughi e 5 di loro, tutte donne, erano in effetti attese dalla cooperativa rocchese. Per qualche motivo che ancora ci sfugge, l’autista invece ha fatto scendere tutti ed è ripartito».
Per fortuna, la situazione a quel punto si è risolta abbastanza velocemente. La prefettura è riuscita infatti a contattare l’autista del bus e a chiedergli di fare dietrofront, mentre a Rocca venivano inviati anche rappresentanti di altri enti, a cui erano destinati alcuni dei profughi: «Ad esempio, alla Croce Rossa di Susa è stata affidata una famiglia di tre persone». Tutti gli altri, meno di due dopo il loro arrivo, sono risaliti sul bus che li ha portati verso Torino, vera destinazione finale del loro lungo viaggio. «Ringrazio tutti coloro che si sono mobilitati per risolvere in fretta il problema. Rocca è pronta ad accogliere tutti - conclude il sindaco a emergenza terminata - sappiamo che a Lampedusa stanno arrivando tante persone e siamo pronti a fare la nostra parte. Dobbiamo però essere messi in condizioni di farlo».
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