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Nella casa della trans la discesa all’inferno delle schiave del crack [FOTO E VIDEO]

Una lenta, inarrestabile caduta nell’abisso della droga, nel degrado fisico e umano che solo la spinta irrefrenabile a procurarsi un’altra dose può portare a sopportare. Ragazze che si prostituivano con decine di uomini al giorno per pagarsi il crack, fidanzati che le vendevano senza pietà, un trans che le sfruttava per procurarsi la droga, spacciatori pronti ad approfittare della situazione, in un appartamento che dietro le finestre di una bella palazzina di via Urbino nascondeva condizioni oltre il limite della vivibilità. Il racconto di quanto scoperto dai carabinieri è un viaggio nel buco nero in cui la droga può far cadere una persona.

I militari hanno concluso ieri una lunga indagine, nata nell’aprile del 2021 dalla denuncia di una delle ragazze spinte a vendersi per un po’ di crack, con l’esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di 4 persone, accusate a vario titolo di sfruttamento della prostituzione e spaccio di droga. Figura chiave dell’inchiesta è la transessuale Monique, al secolo Sergio Guerra, 51 anni, proprietaria dell’appartamento di via Urbino 33 in cui le ragazze si prostituivano. Una palazzina elegante che nascondeva un inferno: «Io stavo in casa di Monique anche 3-4 giorni - è il racconto di una delle ragazze che sono passate da questo inferno - puzzavo in quanto non mi lavavo perché la casa è molto in disordine, sporca, non funziona la vasca da bagno, la corrente elettrica è stata tagliata. Ha anche un vecchio cane che non fa mai uscire di casa: i bisogni li fa sul pavimento del bagno. Per mangiare andavamo alla Caritas». È in questo scenario che avvenivano i festini a base di droga e sesso. Lo “schema” era abbastanza semplice nella sua perversione: i rapporti avvenivano di notte e i clienti venivano attirati con annunci su Internet o direttamente in strada. I soldi “guadagnati” erano subito spesi in droga, portata a domicilio dagli spacciatori. Un viavai che non si è arrestato neanche durante la pandemia e che ha spinto i condomini alla denuncia. «Prima del Covid io ero più magra e avevo rapporti sessuali con 30-40 clienti al giorno. Nei momenti buoni chiedevo 50 euro per un rapporto completo e 35 per uno orale, in quelli bui 35 per tutto». I soldi però non restavano nelle sue tasche e neanche in quelle della trans. «Me lo fumavo in crack insieme a Monique che diceva “tu metti la f... ed io metto la casa” e se non riuscivo a guadagnare abbastanza si arrabbiava». Un racconto degli orrori che prosegue tra rapporti non protetti, vere e proprie orge, fidanzati pronti a cedere le proprie donne per una dose di crack e che ha permesso ai militari di avviare un’inchiesta che ha messo nei guai anche gli spacciatori che non esitavano a rifornire di droga Monique, le sue ragazze e i loro tanti clienti, quasi tutti italiani di ogni età e ceto sociale. Sono 6 le donne - tutte italiane - individuate dai carabinieri che si prostituivano in via Urbino. Il sospetto è che, nel corso degli anni, molte altre si siano alternate a casa di Monique.

Casa di appuntamento a Torino, IL VIDEO:

https://www.youtube.com/watch?v=PJzRcLgELB8&ab_channel=RedazioneCronacaqui
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