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IL VIDEO
15 Novembre 2023 - 09:07
«Entrano di notte e attaccano chi ha tanti soldi in contanti: vanno a colpo sicuro, c’è un basista. E noi veniamo a lavorare con la paura».
Caat di Grugliasco, cioè i mercati generali che forniscono frutta e verdura a tutto il Piemonte e oltre. Ci lavorano circa 3mila persone, che ora battono i pugni dopo la serie di aggressioni e rapine degli ultimi giorni: sono loro stessi a raccontarle e a chiedere un intervento della direzione della struttura gestita da un consorzio a maggioranza pubblica (dentro ci sono Regione, Comuni e Camera di commercio).
Gli ultimi colpi
Chi lavora all’interno del Caat parla di bottini da migliaia di euro. L’ultimo caso è di venerdì, quando è stato assalito il titolare di un negozio di ortofrutta del Cuneese: come documentato dalle immagini di videosorveglianza e mostrato dal video qui sopra, alle 4 del mattino stava entrando in bici nei magazzini ed è stato scaraventato a terra da due uomini che lo aspettavano dietro l’angolo. L’ortolano 47enne se li è ritrovati addosso in un punto nascosto dalla telecamera: i due, probabilmente di origine nordafricana, erano a volto scoperto. Gli hanno puntato contro un coltello e hanno cercato di portargli via il borsello con i soldi. L’ortolano si è difeso dai colpi, ritrovandosi con leggere ferite da taglio sulle mani. Ma almeno ha salvato il borsello: nelle immagini si vedono i due rapinatori che lo trascinano per strapparglielo, senza riuscirci. Poi gli spruzzano contro dello spray urticante e scappano a mani vuote.
Ora, fra grossisti e compratori del Caat, è esplosa la paura. Sono tutti talmente spaventati che chiedono di rimanere anonimi per timore di ritorsioni, anche se molti hanno già sfogato la loro rabbia su Facebook.
Lo sfogo di grossisti e compratori
«Abbiamo la fobia a passare nei corridoi, visto il rischio di essere assaliti. Quella è gente che entra alle 3 di notte e se la prende con chi viene a comprare. Oppure aspetta noi grossisti all’uscita e ci attacca simulando un incidente: servono più controlli, qui dentro è diventata una giungla».
In realtà, secondo qualcuno, questi colpi non sono casuali: «Vanno a colpo sicuro, penso che dentro ci sia qualcuno che “indirizza” verso chi arriva con grosse cifre in contanti - si sbilancia un altro grossista - La vergogna è che tutti sanno cosa succede qui dentro, eppure non cambia mai niente».
Cosa bisognerebbe fare? «Servono carabinieri o vigili perché noi siamo esasperati dopo tutti questi furti e rapine. A uno hanno portato via il borsello e gli hanno detto: “Non dire niente o ti ammazzo”. E ci sono donne che vanno a fare la pipì in mezzo ai camion perché hanno paura ad andare in bagno: è diventato peggio del Bronx».
Si sfoga un altro utente: «Qui rischiano di ammazzare la gente, anche persone anziane. Com’è possibile che veniamo rapinati di continuo nonostante ci sia una società di sicurezza? Com’è possibile che veniamo a lavorare con la paura di prenderci le coltellate, senza sapere neanche a chi dire grazie? Di questo passo, prima o poi, ci scappa il morto».
La replica del direttore
I vertici del Caat assicurano di essere già corsi ai ripari: «Abbiamo raddoppiato i vigilantes e le auto a loro disposizione - annuncia il direttore del Centro agroalimentare, Gianluca Cornelio Meglio - Però servirebbero anche un presidio fisso e dei controlli da parte delle forze dell’ordine: il perimetro è troppo ampio e la gente scavalca anche se abbiamo messo il filo spinato».
Così i vertici della struttura di Grugliasco rispondono all’ondata di reati commessi negli ultimi giorni e replicano alle critiche di chi lavora all’interno: «Da due anni abbiamo la videosorveglianza, che fa da deterrente e permette di risalire agli autori dei crimini» ricorda il direttore. Poi c’è la Telecontrol, società che si occupa del presidio ai varchi, di assistenza alla clientela e della vigilanza armata all’interno: «Il suo compito non è la tutela dei singoli ma il rispetto del regolamento, dell’uso degli spazi comuni e degli immobili. In caso di aggressioni intervengono ma ovviamente non possono fare fermi di polizia: devono chiamare le forze dell’ordine».
Il direttore del Centro agroalimentare, Gianluca Cornelio Meglio
E’ lo stesso direttore a sottolineare che qualche risultato si stia già ottenendo grazie alla sorveglianza, sia fisica che attraverso i video: lunedì i vigilantes hanno “intercettato” un 22enne egiziano che erano entrato nel Caat senza permesso. Hanno chiamato i carabinieri di Grugliasco, che sono intervenuti subito: il ragazzo, irregolare sul territorio italiano, è stato denunciato e accompagnato all’Ufficio stranieri della Questura. E sono gli stessi carabinieri della Stazione di Grugliasco a dare la caccia ai due rapinatori che hanno assalito un ortolano venerdì. Potrebbero anche essere gli autori degli altri colpi denunciati su queste pagine da grossisti e compratori.
Di certo c’è che, nel 2022, il Caat ha speso 250mila euro per il servizio di sicurezza. Grossisti e compratori, però, chiedono molto di più ai vertici della struttura.
Il direttore la descrive come «una piccola città con servizi interni e dedicati, come quello per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti». E’ il Centro agroalimentare di Torino, che ha sede a scavalco fra i comuni di Rivoli e Grugliasco: gestito da una società consortile a maggioranza pubblica, ha una galleria lunga 800 metri e copre complessivamente 440mila metri quadrati. «Come 60 campi da calcio regolamentari» specifica ancora Gianluca Cornelio Meglio. Dentro questa enorme struttura lavorano fra le 2mila e le 3mila persone, che cominciano alle 3.30 di notte e continuano fino alle 10.30 di sera: «In realtà siamo una realtà complessa e sempre aperta, con 80 aziende all’ingrosso più 130 produttori locali e altre attività che fanno servizi accessori come logistica, trasformazione del prodotto o sono legate a ristoranti, catering e hotel». Ogni anno passano dal Caat circa 600mila tonnellate di frutta e verdura, distribuite in tutto il Piemonte ma destinata anche a Valle d’Aosta, Liguria e Francia: «Uno dei nostri orgogli è aver intercettato quasi 800 tonnellate di merce che sarebbe diventato rifiuto e che invece è stato salvato e donato a 2mila famiglie della provincia» rivendica Cornelio Meglio - Vorrei che si parlasse anche di questo e non solo dei fatti negativi degli ultimi tempi».
«Capisco lo stato d’animo degli utenti ed è legittimo - premette il direttore, che poi cerca di abbassare i toni - Sembra che il nostro Centro sia diventato la “terra di nessuno” ma non c’è stata l’esplosione di reati che viene raccontata da qualcuno. Purtroppo questi sono episodi che succedono in una “piccola città” come la nostra. E ci siamo attrezzati per ridurli: abbiamo presentato delle denunce e raddoppiato il numero di vetture e di addetti alla sicurezza, che ora sono 14 fra portierato e guardie armate».
Lo stesso Cornelio Meglio, però, lancia un appello: «Il nostro problema è il perimetro: abbiamo 7 chilometri di recinzione, che in alcuni tratti è un punto debole. Abbiamo messo il filo spinato ma ce lo tagliano o scavalcano comunque: ogni giorno entrano degli irregolari che noi respingiamo e poi ci ritroviamo dentro il giorno dopo. Penso che la soluzione del problema non possa essere demandato solo a noi: bisogna coinvolgere l’intera comunità. Con gli organi preposti c’è un’ottima collaborazione ma servirebbe un presidio delle forze dell’ordine, con pattuglie anche all’interno del centro: sappiamo che le risorse umane sono scarse ma da noi girano tanti contanti e siamo attivi di notte, quando le altre attività sono spente».
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