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In piazza Carignano
17 Dicembre 2023 - 17:12
Centotrentasette persone sono ancora in ostaggio di Hamas. Diciassette, tra donne e bambini. Quando si parla di guerra, si parla sempre di numeri. Numeri che fanno orrore. Numeri che parlano di violenza e che sono stati esposti ai piedi di Palazzo Carignano. Poi, mentre tutto intorno i torinesi erano impegnati a fare acquisti in vista del Natale, in piazza si sono accesi decine di lumini. Simbolo di preoccupazione e - insieme - di speranza. Poco più in là, diverse paia di scarpe giacevano abbandonate. Una per ogni “smarrito” - o meglio “rapito” - durante la guerra. C’è anche un passeggino. Al suo interno la fotografia di un neonato di appena nove mesi. Sorride all’obiettivo. Anche lui è stato portato via durante l’attacco di Hamas. Sventolano i colori di Israele e dell’Ucraina in piazza per dire basta alle democrazie sotto assedio. Ma ci sono anche il tricolore italiano, le stelle e strisce americane e il blu dell’Europa.
«Gli slogan non servono a niente» apre l’incontro il rabbino capo di Torino Ariel Finzi. In lontananza poi una ragazza urla “Palestina libera” e allora lui la invita a prendere parte al dibattito. «I bambini di Israele sono stati bruciati - ricorda il rabbino -. Hamas è un regime totalitario e terrorista, che tiene in scacco la propria popolazione. Sono persone capaci di uccidere a sangue freddo donne e bambini». E ancora: «È inaccettabile usare i civili come scudi umani. Israele è l’unica democrazia di tutto il medio oriente. ».
In piazza anche il console onorario dell’Ucraina Dario Arrigotti. «Abbiamo perso tante vite ma ci difendiamo coraggiosamente ogni giorno» spiega Olga, della comunità ucraina di Torino. «Israele ha diritto di mantenere viva la propria identità» aggiunge. Hanno aderito alla mobilitazione il Comitato Diritti Umani e Civili regione Piemonte, l’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, i Radicali Italiani, +Europa, Italia Viva, Azione, Aims Overseas (Association of Israeli Medical Students Overseas), CuT (Comunità Ucraini a Torino), Associazione Anahita (per la Libertà e Democrazia in Iran), Museo della Brigata Ebraica, Ponte Atlantico, Associazione Italia Israele Asti, Associazione Amici di Israele.
«Vogliamo mandare un messaggio difficile e non scontato» commenta Giovanni Crosetto, capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune. «Sono dispiaciuto del fatto di vedere pochi colleghi - prosegue -. Questi sono messaggi che non hanno colore politico, ma dovrebbero essere condivisi a 360 gradi. Io, ad esempio, non sposo tutte le battaglie dei partiti che sono qui con me oggi, ma questa battaglia per la democrazia la condivido. E non potrebbe essere diversamente».
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