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Al Cottolengo

VIDEO - Viaggio nel seggio dove votano malati e religiosi. La suora: «Io preferirei uscire...»

Il presidente: «Qui ogni tornata elettorale è un evento molto sentito»

La suora, una delle ultime a presentarsi al seggio, non vuole essere ripresa o fotografata, neanche di spalle. Però una confidenza se la lascia sfuggire: «A me piacerebbe di più votare fuori: sarebbe più difficile capire per chi abbiamo votato».

Invece le tocca presentarsi dentro il Cottolengo di Torino, nel seggio che storicamente consente a religiosi e malati di esercitare il loro diritto. Lì, infatti, c'è un seggio "ordinario" per i residenti nella zona di Porta Palazzo, comprese suore e sacerdoti, e uno "volante" per i pazienti del presidio ospedaliero (in questo caso sono gli scrutatori ad andare dai malati per raccogliere il loro voto). Insieme, intorno alle 20, hanno fatto registrare un'affluenza intorno al 43% degli elettori.

Spiega con una punta d'orgoglio Luciano Arneodo, il presidente di uno dei seggi più particolari fra i 919 allestiti in città: «Siamo proprio all'interno della Piccola Casa della Divina Provvidenza e i nostri elettori sono soprattutto degenti, disabili e religiosi, pochi preti e moltissime suore. Tutte persone che vivono qui e che, negli ultimi anni, sono diventati di meno. Però il voto qui resta vivo: ancora prima dell'apertura del seggio c'erano già le suore in fila che aspettavano di votare. Al Cottolengo ogni tornata elettorale è un evento particolarmente sentito». 

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