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Il caso
02 Agosto 2025 - 13:34
All'indomani della cessione di Iveco Group, dal gruppo Exor, la famiglia Elkann (alias Stellantis, vecchia Fiat), all'indiana Tata Motors, l'automotive piemontese appare scosso. Non sono mancate le preoccupazioni della politica locale e non, anche perché non possiamo dire che il settore industriale dell'auto, connotato storico di Torino, se la passasse bene. La cessione da 3,8 miliardi di euro prevede "la creazione di un gruppo di veicoli commerciali con la portata, il portafoglio prodotti e la capacità industriale necessari per affermarsi come leader globale in questo settore dinamico", recita il comunicato ufficiale.
Il presidente della Regione Alberto Cirio, questa mattina, in occasione della presentazione della modifica Piano per la qualità dell’aria per recepire la norma nazionale che supera lo stop ai veicoli diesel Euro 5 (previsto per questo ottobre), replica senza lasciare trasparire preoccupazione, ma piuttosto attenzione al tema.
"Hanno fornito garanzie, non solo alle istituzioni, ma anche alle forze sindacali. Il nuovo acquirente si impegna a mantenere i livelli occupazionali attuali e gli attuali siti produttivi. Noi ci fidiamo ma vigiliamo. Stiamo con occhi e orecchie aperti perché non si può immaginare di andare a impoverire un patrimonio produttivo industriale come quello che è nato nel nostro Piemonte". E' quanto afferma il presidente, che traccia anche una similitudine con Mirafiori: "Vogliamo che chi investe qui continui a fare bene. Lo abbiamo dimostrato con Mirafiori", conclude.
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