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Il lutto

Muore a 11 anni una bambina sinta al Regina Margherita: la comunità si raduna davanti all'ospedale

Una settantina di parenti e conoscenti hanno raggiunto l’ingresso per sostenere la famiglia in lutto, sotto la vigilanza della polizia

È morta all’ospedale Regina Margherita di Torino una bambina sinta di 11 anni, ricoverata dal 18 luglio e deceduta per un arresto cardiaco. La piccola, di nome Esmeralda, non ce l’ha fatta nonostante le cure dei medici del reparto pediatrico. Oggi, durante il primo pomeriggio, alla notizia della scomparsa, la comunità si è stretta attorno alla famiglia: davanti all’ingresso dell’ospedale si sono radunate tra le sessanta e le settanta persone. Donne con abiti tradizionali e colorati, uomini e ragazzi, oltre a molti bambini. Un presidio che richiamava il silenzio e la compattezza delle famiglie, con l’intento di offrire sostegno e protezione ai parenti più stretti.

La madre della bambina, sopraffatta dal dolore, non riusciva neanche a stare in piedi ed è stata sorretta da alcuni familiari. Le sue grida strazianti hanno interrotto il silenzio della folla: non riusciva a comunicare alcuna parola, ma solo un forte urlo di dolore, che i presenti hanno interpretato come una richiesta d’aiuto. L’intera comunità ha circondato la famiglia, trasformando l’ingresso del Regina Margherita in un luogo di lutto collettivo. Per gestire la situazione e garantire la sicurezza, sul posto è intervenuta la polizia con due camionette e una quindicina di agenti della squadra mobile. La presenza delle forze dell’ordine si è svolta in un clima di calma e rispetto, mentre il dolore dei parenti si faceva sentire con forza. L’alto numero di agenti si spiega soprattutto con i fatti trascorsi al Maria Vittoria, quando un uomo rom era stato aggredito e la moglie, incinta, aveva perso il bambino che portava in grembo.

L’episodio aveva scatenato la reazione dei parenti, che in poche ore avevano affollato il pronto soccorso facendo temere disordini. Per questo l’ospedale era stato “blindato” con l’arrivo in massa di polizia, carabinieri e municipale. Alla fine non ci furono scontri, ma la vicenda aveva lasciato un monito per il futuro: le autorità non intendono correre rischi di fronte a situazioni delicate che coinvolgono intere comunità. La morte della piccola Esmeralda ha scosso non solo i familiari ma l’intera collettività sinta torinese, che si è stretta in un abbraccio di coesione davanti all’ospedale pediatrico della città.

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