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Il giallo del baule: prima di morire il tycoon delle autoscuole aveva pagato due donne con 500 euro ciascuna

Ha effettuato due ricariche con il telefonino su carte di debito intestate a due ragazze

Nuovi tasselli si aggiungono al mosaico sinistro e sconcertante dell’uomo trovato cadavere nel baule della sua auto. Sono elementi apparentemente secondari che, però, possono indirizzare le indagini lungo la pista giusta. E ieri sarebbe stato accertato che la sera prima di morire, Marco Conforti, il tycoon delle autoscuole, avrebbe ricaricato non una, ma due carte di credito prepagate intestate a due donne diverse. La prima ricarica sarebbe avvenuta mentre, martedì sera della scorsa settimana, l’uomo si trovava al ristorante “L’esca” in compagnia di alcuni suoi amici e della fidanzata Viky. Una ricarica di 500 euro a favore di una donna che vive Torino, verosimilmente nello stesso quartiere dove poi, la domenica, è stato ritrovato il suv. Una cifra significativa, pagata, forse, per organizzare una festa (o un festino che dir si voglia) a notte ormai inoltrata. Il secondo bonifico sarebbe avvenuto più tardi, quando l’imprenditore sedeva comodamente su un divano del Samara’s.

L’ordine alla banca sarebbe, ancora una volta, partito dal suo cellulare e la beneficiaria sembra essere la stessa Viky che in quel momento si trovava con lui e Frank il carrozziere al night. Anche su questa operazione finanziaria si possono solo formulare ipotesi, più o meno verosimili. In ogni caso l’ultima notte di vita a Conforti deve essere costata un capitale, tra ristorante, night, e ricariche varie, senza contare ciò che Conforti avrebbe speso tra la mattina e il pomeriggio nella gita al mare a Varazze. E a questo proposito gli investigatori sembrano porsi alcuni interrogativi. Il primo riguarda proprio il tenore di vita dell’uomo che, pur essendo un imprenditore di successo, capace di intrecciare gli affari di una cinquantina di scuole guida e di far lievitare il fatturato di tutte, appare davvero eccessivo. Quanti giorni al mese Conforti sarebbe stato solito sperperare fiumi di denaro per il solo piacere? Non pochi, affermano a Chivasso, dove c’è già chi si domanda dove l’imprenditore attingesse per avere la disponibilità di tutto quel denaro. E la risposta è che, fino a prova contraria, i soldi che Conforti spendeva venivano dal suo lavoro di imprenditore. Tutto il resto, compresi spericolate più o meno fantasiosi collegamenti parentali o amicali, lasciano, almeno allo stato dei fatti, il tempo che trovano.

Ciononostante inquirenti e investigatori, almeno in questa fase, non si sentono di escludere alcuna pista e indagano a 360 grandi, anche se si ritiene che l’uomo sia deceduto improvvisamente per un infarto provocato, verosimilmente, dall’ingestione di sostanze ancora non individuate. Una morte avvenuta, forse, in un appartamento non distante da dove il corpo senza vita di Conforti è stato trovato domenica scorsa. «E’ stato chiuso nel baule quando era già deceduto e chi lo ha messo lì non voleva avere guai con la giustizia», spiegano fonti vicine agli inquirenti. Che sia stata la prima donna che ha ricevuto la ricarica sul suo bancomat, forse aiutata da qualcuno, oppure altri che con quei bonifici non hanno nulla a che fare, per ora resta un mistero. Un giallo che gli investigatori della squadra mobile ritengono di poter risolvere rapidamente, forse ancor prima di conoscere l’esito degli esami tossicologici effettuati sul corpo della vittima.

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