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Due narcotrafficanti arrestati in Brasile: il torinese Pasquino e Rocco Morabito, secondo latitante più pericoloso dopo Matteo Messina Denaro

I carabinieri del Ros, in collaborazione con la polizia brasiliana, hanno rintracciato e arrestato due narcotrafficanti in Brasile. Si tratta di Rocco Morabito (di Reggio Calabria) e Vincenzo Pasquino (torinese, nella foto). I due erano inseriti negli elenchi dei latitanti di "massima pericolosità" e facevano parte del "programma speciale di ricerca" stilato dal Ministero dell'Interno.

L'operazione è stata svolta nella serata di ieri. Hanno partecipato anche il gruppo dei carabinieri di Locri (RC) e dei comandi provinciali di Reggio Calabria e Torino. L'attività d'indagine è stata anche coordinata dall'Fbi e dalla Dea statunitense. I due latitanti sono stati fermati a Joao Pessoa: Morabito era ristretto nel carcere di Montevideo dal 2017, ma era evaso nel 2019: decisivo il contributo delle autorità uruguaiane.

Il secondo latitante più pericoloso dopo Matteo Messina Denaro. Lamorgese: "Straordinario successo delle forze dell'ordine"

«Complimenti all’Arma dei Carabinieri e al Servizio per la cooperazione internazionale di polizia della Criminalpol per l’operazione, coordinata dalle procure antimafia di Reggio Calabria e Torino, che ha condotto all’arresto di Rocco Morabito nel nord del Brasile» ha dichiarato il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese.

«Ancora una volta la determinazione, la dedizione e la professionalità di tutti gli investigatori coinvolti – ha sottolineato la titolare del Viminale - hanno consentito di assicurare alla giustizia, dopo due anni di complesse e articolate indagini, l’esponente di primissimo piano della ‘ndrangheta, considerato il secondo latitante più pericoloso dopo Matteo Messina Denaro, e insieme a lui, Vincenzo Pasquino, personaggio di spicco del narcotraffico internazionale e inserito nell'elenco del Viminale dei latitanti più pericolosi».

L’operazione ha visto il coinvolgimento di tutte le forze in campo, dall’Interpol alle americane DEA e FBI, alla Polizia brasiliana, oltre che ai Carabinieri e allo Scip, il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia della Criminalpol guidata dal prefetto Vittorio Rizzi. Tutti partner del progetto “I can”, interamente finanziato dal ministero dell’Interno e condotto da Interpol, con alla guida il Segretario generale Jürgen Stock, per combattere insieme contro una minaccia liquida e trasversale come la ‘ndrangheta.

E sempre riferendosi all’operazione e al grande sforzo di cooperazione, il ministro ha aggiunto «Un risultato straordinario che dimostra la capacità di magistratura e Forze dell’ordine di contrastare in modo efficace la criminalità organizzata e le sue ramificazioni internazionali grazie alla proficua e intensa collaborazione di polizia sviluppata nell’ambito del progetto “I can”, per intensificare lo sforzo comune nella lotta alla ‘ndrangheta e a tutti i suoi interessi illeciti transnazionali» sottolineando infine «l’impegno quotidiano concreto per garantire legalità e sicurezza».
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