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Il meteo a Torino e provincia
28 Maggio 2023 - 20:36
Pioggia e grandine tornano a fare paura e danni nel Torinese: sono bastate poche ore di maltempo per bloccare l’aeroporto di Caselle, far cadere alberi e tetti, mettere in ginocchio l’agricoltura. Soprattutto nel Canavese, dove ci sono stati i danni maggiori e la produzione dell’Erbaluce è stata azzerata: «Dopo due anni di siccità, questi giorni stanno rovinando tutte le produzioni» si sfoga Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino.
L’elenco dei danni
Il primo nubifragio è partito intorno alle 21 di sabato, con una fitta pioggia e raffiche di vento spaventose in mezzo Canavese, al centro anche del secondo temporale cominciato poco dopo la mezzanotte di ieri.
A fare i danni maggiori è stata la grandine, che ha colpito anche molti quartieri di Torino e la provincia. Compresa la tangenziale, dove il manto bianco ha provocato incidenti senza gravi conseguenze. Disagi anche all’aeroporto di Caselle, dove molti voli in partenza sono stati rinviati mentre quelli in arrivo venivano dirottati su scali vicini.
Ma i danni peggiori si sono registrati nella zona di Ivrea e di Caluso, dove si è abbattuta una vera e propria bomba d’acqua, grandine e vento. Sono stati un’ottantina gli interventi dei vigili del fuoco nella notte, a causa di strade imbiancate o trasformate in fiumi, cantine e tettoie allagate, alberi caduti, tetti scoperchiati, cavi della corrente elettrica abbattuti.
Agricoltori disperati
«Da me, a Leinì, ha fatto 35 millimetri di acqua e grandine in 30 minuti - riporta Mecca Cici - Una quantità spropositata che ha fatto grossi danni nei campi. Ma è così un po’ dappertutto».
Oggi il presidente di Coldiretti farà il giro delle imprese agricole del Canavese per fare la conta dei danni. Ma sa già che troverà uno scenario quasi apocalittico: «Questi nubifragi hanno rovinato il grano, che ormai era prossimo alla trebbiatura. Ma anche il mais che stava venendo su e il foraggio che non abbiamo fatto in tempo a raccogliere, visto che nelle ultime settimane non ha praticamente mai smesso di piovere».
Questi nubifragi hanno rovinato il grano, che ormai era prossimo alla trebbiatura. Ma anche il mais che stava venendo su e il foraggio che non abbiamo fatto in tempo a raccogliere
Danni pesanti anche nelle vigne. Soprattutto a Caluso, terra dell’Erbaluce: «Seppure sia ancora difficile stimare l’entità dei danni, nella parte bassa di Caluso, la perdita è quasi al 100% - commenta sconsolato Bartolomeo Merlo, presidente del Consorzio per la Tutela dei vini di Caluso - Quindi, nell’anno in cui l’Erbaluce è vitigno della Regione Piemonte, non avremo produzione. Nella parte collinare molte viti erano già fiorite ed è difficile capire se ci potrà essere o meno una certa ripresa. E, dove la grandinata è stata più violenta, possiamo temere conseguenze anche per le vendemmie future».
Nelle parole di Merlo si legge la disperazione degli agricoltori messi a dura prova dal clima di questi mesi: «E’ veramente inconcepibile quello che ci sta capitando - aggiunge Mecca Cici - Prima 2 anni di siccità che hanno bloccato tutto, ora 250 millimetri in pochi giorni. Sono due botte enormi: è difficile difendersi e rialzarsi».
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