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COLLEGNO

Salvare la TE Connectivity? Ora ci prova la Regione

Oggi nuovo presidio degli operai davanti al grattacielo della Regione

Sono ore cruciali per la TE Connectivity di Collegno. Dopo il vertice con i ministeri del Lavoro e del Made in Italy di mercoledì, oggi le parti sociali, insieme al sindaco di Collegno Francesco Casciano, hanno incontrato la Regione che si è detta disponibile e proporsi come mediatore con la multinazionale statunitense.

Al centro della vertenza che vede coinvolti 224 lavoratori, ora a rischio licenziamento, la decisione ormai irrevocabile da parte di Te Connectivity di delocalizzare le produzioni verso Cina e Usa con la conseguente chiusura dello stabilimento di corso Fratelli Cervi. Affidando, in prospettiva, la gestione di un’ipotesi di reindustrializzazione a una società specializzata. Ipotesi inaccettabile per i sindacati: «La prima azienda candidata al mantenimento dello stabilimento - spiegano Rocco Cutrì (Fim Cgil) e Giorgia Perrone (Fiom Cgil) - deve essere proprio TE che dispone di competenze, disponibilità economiche (nel 2022 il bilancio di TE Connectivity Italia srl ha chiuso in attivo per più di 8 milioni di euro) e capacità per elaborare un progetto industriale in più direzioni a partire dai componenti di microelettronica dai più svariati impieghi, dal medicale alle telecomunicazioni all’avionico al ferroviario, per i quali sono previsti importanti stanziamenti europei e nazionali». A pesare sulla procedura sono anche i tempi stretti per trovare un eventuale accordo che possa salvare i posti di lavoro: se questo non dovesse concretizzarsi, il rischio è che tra marzo e aprile partano le prime lettere di licenziamento senza passare dalla cassa integrazione necessaria per agganciare gli ammortizzatori sociali e permettere una reindustrializzazione. Il prossimo incontro in sede ministeriale è fissato al 22 febbraio.

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