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le celebrazioni

Migliaia in pellegrinaggio a Superga per la 75esima commemorazione del Grande Torino

L'omelia del cappellano granata don Robella, poi la lettura dei nomi sulla lapide da parte di Buongiorno: "Quei ragazzi per un decennio sono stati una festa"

Le strade chiuse per permettere il passaggio del 107esimo Giro d’Italia non hanno fermato l’onda granata.

LA GIORNATA DELL'ORGOGLIO
Il 4 maggio è ricorrenza sacra per il popolo del Toro che non è voluto mancare nonostante le difficoltà logistiche – sopperite dalla presenza di un servizio navetta messo a disposizione da Gtt, completamente a carico della società del presidente Cairo – all’appuntamento con la 75esima commemorazione degli Invincibili capitanati da Valentino Mazzola, di quella squadra battuta solo dal fato, visto che in campo non conosceva rivali. In migliaia sono saliti al Colle. Presente anche la squadra, al completo: ovazione per Buongiorno, Schuurs e Zapata. Qualche fischio e coro, invece, contro il presidente Cairo.

LA SANTA MESSA
Alle 17,03, la Santa Messa di commemorazione delle 31 persone perite in quella immane tragedia, una tragedia che sconvolse l’Italia del dopoguerra. Poi l’omelia del cappellano granata, don Robella: “Eccoci qui a raccoglierci – ha detto -, a pregare, a commuoverci. Ma Superga non è solo questo: aggiungiamo che è una festa. Ma cosa c’è da festeggiare? Quei ragazzi non sono solo il 4 maggio, erano anche altre date. Sono stati per un decennio una festa. Con loro, si poteva dimenticare tutto. Erano sorriso, gioia e bellezza. Ma se poi tutto è finito, che senso ha? Niente finisce, rimane tutto in eterno. Non nel ricordo ma nella realtà. Quindi, una lacrima, ma un sorriso. Loro sono contenti, perché ne hanno fatti e dispensati tanti. La nostra storia non è buona, è grande e ottima. Non disperdiamola. Ci insegna chi siamo e come dovremmo essere. Quello che abbiamo costruito rimarrà, in Dio e per sempre”. Poi composti, in fila, tutti verso la lapide retrostante la basilica, dove il vice capitano Buongiorno - ancora una volta Rodriguez ha lasciato a lui il compito -, non senza un filo di emozione evidenziato dalla voce, ha letto i nomi del Grande Torino.

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