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Parco Dora, 30 giugno-2 luglio
28 Giugno 2023 - 07:00
Il Kappa FuturFestival si appresta a festeggiare il suo decimo anno di vita con un’edizione stellare in programma da venerdì 30 giugno a domenica 2 luglio, nella futuristica cornice del Parco Dora di Torino, da sempre location d’eccezione del festival di musica elettronica più atteso dell’estate, nella classifica dei primi 12 del mondo.
E per il quale sono in partenza 95mila persone provenienti da oltre 110 nazioni differenti, tra cui Polinesia Francese, Martinique, Sri Lanka, Antille Olandesi, Seychelles. In scaletta nomi del calibro di Major Lazer, The Swedish House Mafia, Fatboy Slim, Ricardo Villalobos, Carl Cox. Tre giorni di musica non stop durante i quali «nulla sarà lasciato al caso in modo da tutelare la sicurezza e l’ordine del quartiere sia durante i live, sia al termine, alle 11,59 in punto, quando finiranno i concerti», ha spiegato l’organizzatore Maurizio Vitale durante il sopralluogo avvenuto lunedì pomeriggio nel quale è stato mostrato il dietro le quinte del festival allestito su cinque palchi diversi.
I numeri
Il comparto tecnico comprende 1 chilometro di schermi led wall, oltre 1.000 luci, oltre 200 speaker, il palco (Roseto) alto 24 metri, 4 chilometri di fibra ottica, 7 chilometri di ringhiere e un chilometro di barriere antipanico. Decine le docce a disposizione dei fan sui quali cadranno a intervallo vapori d’acqua fresca.
«La pressione musicale si avrà sempre sul pubblico che balla, in modo da non dare fastidio ai cittadini del quartiere». Soprattutto in seguito alla polemica dei giorni scorsi da parte del comitato dei cittadini di Borgo Dora Spina 3. Molto alta l’attenzione anche per quanto riguarda la security che, spiega Vitale, «è stata intensificata con, innanzi tutto, il controllo sul consumo di sostanze stupefacenti, sui biglietti venduti solo agli over 16, con la massima attenzione sugli ingressi e, soprattutto sulle uscite dalla mezzanotte meno un minuto quando si spegnerà la musica». In che modo? «Le aree bar rimarranno aperte per consentire un defluire lento dei giovani che potranno così raggiungere gli eventi after, a: Audiodrome, Centralino, Azimut, Slip». Per una produzione costata complessivamente 10milioni di euro.
La polemica
Qui la nota dolente: «L’unico mio grande dispiacere - conclude Vitale - è che gli after ce li siamo dovuti organizzare noi da soli, senza il supporto della Città. Cosa che altri luoghi non avviene, parlo di Berlino, Londra, per esempio, dove gli eventi off vengono organizzati proprio per portare ricadute anche fuori dalla location principale. Un po’ come avviene con il Salone del Libro Off solo per citarne uno. Noi facciamo fatica a governare anche questi altri eventi. Noi a Torino siamo “sfigatoni” per quanto riguarda queste cose. Sarebbe bello fare clubbing».
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