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Palazzo Saluzzo Paesana
11 Ottobre 2023 - 17:12
Quest’anno, nel cinquantennale della morte di Picasso, ci sono soltanto due grandi mostre in Italia dedicate al maestro spagnolo: una è a Napoli, e si concluderà il mese prossimo, l’altra è a Torino. Si aprirà oggi sotto la Mole, a Palazzo Saluzzo Paesana, “Picasso. Rendez-vous a Torino”. La rassegna , curata da Jean Christophe Hubert, per 12 anni conservatore del Museo Picasso di Bruges, con le sue 300 opere, tra disegni, litografie, incisioni, sculture, collage e fotografie del genio di Malaga, mostrerà al pubblico (fino a metà gennaio del 2024) un “altro” Picasso, un Picasso quasi ignorato. Sì, perché Picasso non fu solo pittore. «Delle oltre 150 mila opere che realizzò in vita solo 1.800 sono pitture» spiega Hubert. Per il resto l’autore di Guernica sperimentò e innovò moltissimi linguaggi dell’arte. Fu incisore, illustratore, scultore, ceramista, addirittura si cimentò con la fotografia. Picasso fu, soprattutto, un “creatore”. «La cosa più importante è creare - diceva-. Null’altro conta. La creazione è tutto».
Ed è ciò che emerge dalla mostra torinese, dopo il Museo d’Arte Pablo Picasso di Münster, la seconda più grande collezione di arte grafica di Picasso esposta al mondo. Non per niente, fanno sapere gli organizzatori , «ci sono già prenotazioni dalla Francia e dalla Svizzera per venirla a vedere».
Organizzata da Radar Eventi Culturali, Extramuseum arte e scienza, Ptk Piemonteticket la mostra è inserita nel calendario ufficiale delle celebrazioni per il cinquantenario. Ospitata nelle sale settecentesche al piano nobile di Palazzo Saluzzo Paesana, al civico 1 bis di via della Consolata, l’esposizione si snoda secondo un percorso che attraversa i vari momenti e le varie tematiche affrontate durante la carriera dell’artista.
A partire dagli esordi del maestro, da quello stile classico che caratterizza i suoi primi disegni, come i “Danceurs”. Tra questi questi viene esposto per la prima volta lo “Studio sui gatti”, ad oggi sconosciuto nell’inventario di Picasso. Ci sono poi le opere legate alla tradizione spagnola, alla corrida in particolare, un tema sempre presente nella sua produzione - se non fosse diventato un pittore, confessava, avrebbe voluto essere un picador -; i primi lavori della decostruzione della figura, l’inizio del Cubismo. Una sala, in particolare, è dedicata alle sue donne, mogli, amanti, muse, che tanta parte ebbero nella vita e nell’attività artistica del maestro, da Marie Thérèse Walter a Jacqueline Roque.
E ancora i ritratti, come quello fatto con le dita intinte nell’inchiostro dei figli Paloma e Claude, le illustrazioni di libri, le ceramiche, le foto con collages realizzate con André Villers. Da segnalare la scultura “Testa di donna”, una delle pochissime sculture in bronzo che fece. Infine la celebre “Colomba della pace” scelta per il manifesto del Congresso Mondiale della Pace organizzato dal Partito Comunista cui Picasso era iscritto.
Insieme con i lavori di Picasso in mostra anche quelli del suo entourage , tra cui Jean Cocteau, Dora Maar e François Gillot. Introduce alla mostra al piano terra del palazzo un percorso fotografico con le “Lettere immaginarie” curato da David Lawrence/ Frederic Lecompte Dieu di Templar che compongono un ritratto a tutto tondo del maestro di Malaga e della sua epoca.
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