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Grandi opere

Futurismo: viaggio a Casa Balla, un’opera d’arte totale

Ecco il reportage, realizzato con la professoressa Elena Gigli, dall’abitazione museo di Roma dove il pittore nato a Torino visse con la moglie e le figlie fino al 1958

Giacomo Balla. Un unicum nella storia artistica di Torino, città che gli diede i natali nel 1871 per poi, quasi, dimenticarsi del suo calibro. Sì, perché lui, uno dei padri del Futurismo di cui è stato uno dei massimi esponenti, nacque proprio sotto la Mole per poi emigrare a Roma, dove morì nel 1958. Ed è proprio a Roma che siamo stati durante le vacanze di Natale appena trascorse, cogliendo l’opportunità davvero unica di visitare Casa Balla guidati niente di meno che dalla dottoressa Elena Gigli, ovvero la più grande esperta e studiosa di Giacomo Balla che, grazie all’invito di Tommaso Carletti della storica galleria d’arte Bottega Antica di Milano, ci ha accompagnato come una guida di eccezione. Con la professoressa Gigli ci siamo immersi nella Casa Museo che sorge in quella via Oslavia, 39/b, dove il pittore visse dal 1929 insieme con la moglie Elisa e le figlie, anch’esse pittrici, Luce e Elica, e in cui si respira ancora l’aria della sua poetica e si sentono vivi i suoi affetti più cari.


Un’esplosione di colori, oggetti, arredi, «un’opera d’arte totale», come ha commentato il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano presente all’inaugurazione del 4 aprile scorso.
Casa Balla fu aperta per la prima volta a giugno 2021, dopo 30 anni, in occasione dei 150 anni dalla nascita dell’artista, grazie alla collaborazione interistituzionale del Maxxi con la Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma e il contributo di Banca d’Italia. E, adesso, rieccola. La Casa rappresenta un luogo quasi di culto per gli amanti del Futurismo. È stato un piacere, pertanto, immergersi fra oggetti creati per l’uso quotidiano come tavolini, sedie, scaffali, cavalletti, posacenere, piatti, piastrelle, i quali convivono con quadri, disegni e sculture creando un universo di movimento e colori che solo loro, i Balla o i Depero, seppero realizzare.

Ed è ancora qui, fra queste pareti che abbiamo potuto ammirare forse l’opera più interessante della vasta collezione perché facente parte di una recente scoperta della stessa Elena Gigli, ovvero: la “Velocità terrestre”, uno dei quadri del famoso “Trittico della velocità” conosciuto nella sua versione integrale solo grazie a uno scritto del 1933 comparso sul settimanale “Futurismo”. «Mentre le altre due parti erano note da tempo - racconta la Gigli - il terzo sembra essere scomparso. Fui io che nel marzo del 2019, mentre stavo catalogando in Casa Balla le opere di Luce e Elica, a scoprire che dietro un dipinto di cartone di Luce Balla, “Notturno con i platani”, si trovava un dipinto del padre poi rivelatosi come il terzo pannello del “Trittico della velocità”, ridotto di alcuni centimetri sui lati destro e sinistro e coperto da una vernice viola usata anche per il dipinto sul retro. In seguito a questa scoperta ne ho anche seguito il restauro presso lo studio Pavia di Roma».

Una delle tante scoperte di Elena Gigli intorno alla figura di Balla, una delle tante opere da ammirare nel fantastico percorso della Casa Museo fra corridoi e stanze che in ogni angolo sanno di famiglia, di Futurismo, di movimento, dove spuntano luci “psichedeliche” e specchi di valore. Chi vuole ci può vedere la casa, il focolare, ma allo stesso tempo il laboratorio, il fermento di questo artista che è stato capace di trascinare con sé il talento delle figlie. Una galleria, un museo, una bottega, un’opera d’arte unica (info e prenotazioni: https://casaballa.maxxi.art/).

Elena Gigli

Elena Gigli, romana, classe 1964, è senza dubbio la massima esperta intorno alla figura di Giacomo Balla. Frequentando “Casa Balla” dal 1989 - si è laureata a Roma con una tesi su Giacomo Balla (“I ritratti e gli autoritratti”, Roma 1991) e si è specializzata a Pisa nel 2000 (“Balla e Mussolini. Dal futurintervento al futurfascismo” 1915-1930). Dal 1993 ha collaborato con Maurizio Fagiolo dell’Arco incominciando con la schedatura delle opere di Balla. Parallelamente allo studio dell’Arte Contemporanea (Balla e De Chirico), si è occupata anche Di Gian Lorenzo Bernini e del Seicento Romano (“Pittura barocca romana a Palazzo Chigi” – Ariccia 1999). Decine i suoi scritti, così come le curatele. Dal 2016 collabora, per l’opera di Giacomo Balla, con la Banca d’Italia.

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