l'editoriale
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14 Gennaio 2022 - 07:40
Un’esplosione all’ora di pranzo, tremenda. Il centro di Torino che trema. Lunghe lingue di fuoco divorano il tetto di una casa a due passi dal Comune, una densa colonna di fumo si leva in cielo, legno e cemento precipitano in strada, sfiorando alcuni passanti. Panico, urla di paura e disperazione. Sirene e lampeggianti blu che corrono verso via Bellezia. Due ambulanze che, mentre i pompieri domano il rogo e i poliziotti evacuano il palazzo al numero 7, sfrecciano verso il reparto Grandi Ustionati del Cto con due uomini a bordo. Si chiamano Hs Aboujaj, palestinese, di 38 anni, e Hichem Harrabi, tunisino, di 32. Il primo è più grave, in prognosi riservata. Il tunisino guarirà in 30 giorni. Sono i due inquilini della mansarda all’ultimo piano del palazzo che ha preso fuoco. A esplodere sarebbe stata la bombola con cui si facevano da mangiare.
«Sono rimasto bloccato con la porta chiusa. Ho visto venire giù tutto - racconta David Del Campo, un inquilino, ballerino cubano -. Uno dei due ragazzi ha fatto un salto dal quarto al terzo piano. Gli ho dato il mio giubbotto. L’altro giovane era tutto bruciato». Il palazzo di via Bellezia, dove è bruciato anche l’ascensore, è stato completamente evacuato. Come tutti gli uffici del Comune. I dipendenti di Palazzo Civico, alle 14.30, sono potuti rientrare. Tutto lo stabile di via Bellezia 7 è stato dichiarato inagibile. I danni sono ingenti, buona parte del tetto è scoperchiata. Il quarto piano e la mansarda sono sotto sequestro, come una bombola del gas che è stata trovata (intatta) sulle scale. Cosa ci facesse lì, al momento non è noto. Saranno i vigili del fuoco del Nucleo Investigativo a cercare di stabilire le cause di questa tragedia che avrebbe potuto avere conseguenze ancora più devastanti. Nel palazzo di via Bellezia, un mix di professori universitari, studenti e clienti di alcuni B&b, abitano in molti. Tanti, quando c’è stata l’esplosione, erano in casa. Si è sfiorata la strage. Ege Serin, turco, che studia Architettura al Politecnico, è stato svegliato dal boato: «Stavo dormendo. Ho lasciato tutto a casa, ho solo un giubbotto». Edward Milhaila lavorava invece nel parcheggio multipiano sotto al palazzo. «Ho sentito un botto, ma non capivo cos’era. A 6 piani sottoterra non prende nemmeno il telefono». Intanto, tra chi aspetta di sapere se potrà rientrare, si chiacchiera tra condomini. E c’è chi ricorda le polemiche con la proprietà dell’alloggio, cui era stato chiesto di selezionare meglio gli inquilini. Soprattutto dopo un blitz della polizia finito con un arresto. «E’ vero, è accaduto che con qualche inquilino ci fossero dei problemi, ma appena l’ho capito li ho sfrattati», spiega il proprietario, Giuseppe Ugo. E poi le voci di problemi all’allacciamento del gas. «Si era parlato di allacciamenti abusivi, ma sono rimaste voci. Spetta all’inquilino - dice Ugo - occuparsi di fare il contratto con i fornitori. Io non so se i due feriti utilizzassero o meno una bombola».
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