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02 Febbraio 2022 - 08:00
Polsi fasciati, stampelle e uno sguardo di sfida che grida vendetta. Ieri mattina trecento studenti hanno occupato il liceo Gioberti in segno di protesta contro gli scontri e le manganellate ricevute lo scorso venerdì durante la manifestazione in piazza Arbarello in memoria di Lorenzo Parelli, 18enne morto schiacciato da una putrella nell’ultimo giorno di un tirocinio. I ragazzi si sono raccolti in assemblea al mattino e poi alle due hanno tenuto una conferenza stampa davanti al liceo per ribadire le loro posizioni sul tema e su quanto accaduto lo scorso venerdì. «Di scuola lavoro non si può morire» si legge sullo striscione affisso sul muro del liceo classico. Ma l’argomento di più stretta attualità sono le manganellate ricevute, contro cui si è espresso anche il sindaco Lo Russo.
«Quanto è accaduto è inaccettabile, ci hanno chiuso in una trappola mortale - dice Dumitru Ibrahim Cazacu, studente del liceo Cattaneo che porta ancora i segni dello scontro nel braccio appeso al collo -; ci sono i No Vax che occupano il rettorato e organizzano manifestazioni dove stanno tutti ammassati e non vengono presi in considerazione mentre noi che protestiamo soltanto per avere maggior sicurezza veniamo a presi a manganellate». Sara Munari, studentessa del Regina Margherita, lo scorso venerdì perdeva abbondantemente sangue dalla testa dopo la carica della polizia: «Sono andata a farmi medicare in ospedale con referto di trauma cranico, ma i manganelli non ci fermano, il prossimo venerdì ci riprenderemo piazza Arbarello per Lorenzo e per esprimere la nostra contrarietà all’alternanza scuola lavoro». Al centro della protesta è il Ptco (Percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento) che gli studenti sono tenuti a intraprendere durante gli studi. «Torneremo in piazza per contestare questo modello di alternanza scuola lavoro che ha causato la morte di un nostro coetaneo. Vogliamo andare a scuola in sicurezza, poter scegliere noi i percorsi da intraprendere ed essere retribuiti» sottolinea Federico Bernardini, presidente della consulta studentesca, che lo scorso venerdì si trovava faccia a faccia con gli agenti di polizia in tenuta anti-sommossa per rivendicare i diritti degli studenti. I rischi maggiori, come nel caso di Lorenzo, li corrono i ragazzi degli istituti tecnici e professionali. Tra questi ieri c’era Gabriele Pugnetti, ex studente dell’Its Porro di Pinerolo: «Pensavo che mi mandassero a fare un’esperienza di lavoro nel mio campo - spiega il perito chimico - invece mi hanno relegato alla produzione a fare l’operaio di linea. E’ ora di dire basta».
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