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IL CORTEO
08 Marzo 2024 - 18:19
Una giornata di sciopero per dire basta alla violenza di genere e al patriarcato, combattere il gap salariale e protestare contro le associazioni pro-vita. Da questa mattina fino al tardo pomeriggio i movimenti transfemministi hanno manifestato nel centro di Torino, cominciando con l’occupazione di Palazzo Nuovo, dove hanno sprangato gli ingressi con transenne e panchine impedendo l’ingresso ed invitando tutti a prender parte alla protesta. Alcune attiviste hanno dormito la sera prima proprio dentro l’ateneo.
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Successivamente, le manifestanti si sono spostate al rettorato dove hanno proseguito con la protesta ed infine si sono spostate sotto Palazzo Civico per esprimere solidarietà alle lavoratrici del sociale, categoria che lamenta da tempo un riconoscimento economico non idoneo rispetto al lavoro svolto. «Siamo stanche - dice una rappresentante della Rete lavoro sociale - di come questa società spende i soldi pubblici e non considera chi lavora nel welfare come parte essenziale. La professione sociale è tra le più sottopagate d’Italia, lottiamo perché l’impiego femminile nel sociale produce disuguaglianze». Oltre a cartelloni e striscioni, le manifestanti hanno srotolato un lungo foglio di carta, lo “scontrino del lavoro di cura non pagato’”.
Nel pomeriggio, come in molte le città d’Italia, c’è stato il tradizionale corteo, organizzato dal movimento “Non una di meno”. In duemila si sono mosse, partendo da piazza XVIII dicembre, nonostante la pioggia battente. Dopo pochi metri, a Porta Susa, hanno incollato alcuni cartelli alla vetrata della stazione: “Nell’aborto che vorrei, anti-abortista non ci sei”. Il messaggio pare fosse rivolto all’assessore regionale Maurizio Marrone. Poco dopo infatti i manifestanti hanno ripetuto al megafono il numero di cellulare dell’assessore, invitando tutti i presenti a scrivere un messaggio. «Il numero di cellulare è pubblicato sui cartelloni elettorali appesi in giro» spiegavano. Qualcuno dalla folla poi domanda: «Se al posto del viso e del contatto di Marrone su quei manifesti vi fosse quello di una donna, agireste nello stesso modo?». Silenzio.
Il corteo è proseguito verso piazza Vittorio, con slogan e cartelli colorati. E nonostante la rabbia degli automobilisti. Una novità rispetto lo scorso anno, dove diverse furono le contestazioni da parte di collettivi che si occupano di accessibilità, sono gli spazi organizzati per neurodivergentj e disabili: al fondo del corteo ed in testa, per renderlo accessibile a tutti.
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