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Messina Denaro playboy in Piemonte: una delle sue amanti era di Santena

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Nella vita turbolenta (non solo criminale) di Matteo Messina Denaro, ci sono molte donne. Una di esse, Francesca Alagna (che sarebbe vissuta per alcuni anni a Santena, in provincia di Torino), è la madre di Lorenza, la figlia che il boss non ha mai incontrato, neppure una volta e che lo scorso anno lo ha reso nonno. Di Francesca (Franca) Alagna, nella cittadina della cintura torinese, nessuno si ricorda, anche se alcuni parenti ancora vivrebbero in provincia. «Probabilmente - spiegano in municipio - ha vissuto qui quando era una bambina, per poi trasferirsi definitivamente nel Trapanese, terra d’origine dei suoi genitori». Ma ci sono state altre donne nella vita di Diabolik. A cominciare da Maria Mesi, finita nei guai e poi anche arrestata per favoreggiamento. Infatti, nel 1995 fece consegnare a Messina Denaro una lettera temendo di essere lasciata: «Ti prego non dirmi di no, desidero tanto farti un regalo». Si trattava di un video gioco, un’altra passione del boss di Cosa Nostra. C’è anche una donna straniera tra le amanti di Diabolik, l’austriaca Andrea Haslener, che lui chiamava “Asi”. Fidanzati per quattro anni, dal 1989 al 1993. Lei, bionda receptionist all’hotel “Paradise Beach” di Castelvetrano. Lui, arrogante frequentatore dell’albergo. Sgradito al direttore della struttura, Nicola Consales, una persona perbene, anche lui innamorato della bella straniera e per questo ucciso in un agguato nel 1991. Questi sono gli “amori” conosciuti di Matteo Messina Denaro, ma ve ne sarebbero di più. A oggi lo si evince da testimonianze e da ciò che i carabinieri hanno trovato dell’ultimo covo del boss: preservativi e pastiglie di Viagra. C’è poi l’intervista concessa in tv da una signora che riferisce di essersi sottoposta ai trattamenti di chemioterapia negli stessi giorni e orari in cui Diabolik si recava alla clinica palermitana. «Quell’uomo aveva conosciuto alcune mie amiche che mi accompagnavano. Era galante e gentile. Aveva scambiato con loro i numeri di cellulare e so per certo che che con loro chattava in continuazione, anche la mattina dell’arresto». Ma l’unica vera donna che Diabolik ha amato, anche se in modo completamente differente, condividendo con lei una fedeltà assoluta, è stata la sorella Patrizia. La più fidata, per anni unico canale autorizzato a fare da “trait d’unione” con messaggi e pizzini, per i complici, i fiancheggiatori e gli imprenditori locali, con i quali Messina Denaro era in stretto contatto. Di qui la condanna per Patrizia a 14 anni per associazione mafiosa con motivazione chiara: «È accertato il fatto che l’imputata aveva veicolato importantissime comunicazioni da e per il carcere, facendo da tramite tra gli altri mafiosi detenuti e il fratello latitante».
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