Ha perso la vita soffocata dal fumo che ha invaso la sua camera da letto, mentre il figlio cercava disperatamente di raggiungerla per portarla in salvo. Una tragedia, avvenuta ieri sera, che presenta ancora molti punti oscuri, a cominciare dal fatto che l’incendio che ha causato la morte di Maria Sgrò, 69 anni, potrebbe essere di origine dolosa. L’allarme è scattato ieri intorno alle 18 nella casa di vicolo Alteni, a Romano Canavese, abitata dalla donna e dal marito ottantenne, Francesco Monterosso. Un’abitazione di due piani che si affaccia su un cortile sul quale insistono altri due edifici simili, in cui vivono parenti dei due anziani. La casa è riscaldata da un vecchio putagè, una stufa a legna situata in cucina, al piano terra dell’edificio. La stanza in cui, stando alle prime ricostruzioni, al momento in cui è scoppiato il rogo si trovava l’ottantenne. La moglie era invece al piano di sopra, forse addormentata nel letto. Le fiamme sono state alimentate dai tanti oggetti ammassati dalla coppia in casa e hanno subito sviluppato una spessa coltre di fumo, che ha invaso la cucina ed è salita fino al piano di sopra. L’uomo, anche se “tramortito” dal fumo, sarebbe riuscito a trascinarsi all’esterno, in cortile, dove sarebbe stato soccorso dal figlio, che abita in una delle case vicine. Quest’ultimo si è poi lanciato in casa per cercare di salvare la madre, senza però riuscire a raggiungere il piano superiore a causa del fumo. Sul posto sono accorsi i vigili del fuoco di Castellamonte e Ivrea, insieme alle ambulanze del 118. Per la Sgrò purtroppo ormai non c’era più nulla da fare: era ormai morta, soffocata. Marito e figlio invece sono stati trasportati al pronto soccorso con una intossicazione da fumo: nessuno dei due sarebbe in pericolo di vita. Nel frattempo, in vicolo Alteni sono arrivati anche i carabinieri della compagnia di Ivrea, i vigili del fuoco del Nbcr e il magistrato Mattia Cravero. Il medico legale, munito di maschera antigas, ha eseguito un primo esame sul corpo della vittima ma il sopralluogo decisivo per le indagini è quello dei vigili del fuoco, alla ricerca di un possibile innesco. Al momento infatti nessuna pista è esclusa dagli inquirenti. Oltre, ovviamente, a quella dell’incidente, causato da un malfunzionamento della stufa o da un errore nel suo utilizzo, c’è anche la possibilità di un rogo appiccato volontariamente da qualcuno o, ancora, scoppiato in conseguenza di altro, ad esempio di una lite in corso al piano terra dell’abitazione. Sarà quindi decisiva anche la testimonianza del marito della donna, che sarà sentita dai militari non appena le sue condizioni di salute lo permetteranno.
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