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27 Gennaio 2023 - 08:18
Bisognerà attendere l’autopsia e i risultati dell’esame del Dna per sapere chi è e come è morto l’uomo che è stato ritrovato mercoledì pomeriggio in un bosco in località Cubasin, tra San Giorio e le frazioni montane di Viglietti e Martinetti. Un mistero la cui soluzione è in mano ai medici, anche se per il momento sembra che si possa escludere l’ipotesi di una morte violenta.
Ad avvistare il cadavere, da distante, è stato un appassionato di fotografia naturalistica che stava passeggiando nei boschi e che ha notato il corpo, in fondo a un profondo dirupo. O, per meglio dire, in ciò che ne restava, visto che era in avanzatissimo stato di decomposizione.
Il fotografo, superato lo shock, ha subito chiamato il 112 e sul posto sono accorsi i carabinieri della compagnia di Susa, che sono intervenuti insieme ai vigili del fuoco di Susa e al nucleo Saf, specializzato per operare in situazioni “complicate”, proprio come in un profondo dirupo. Insieme a loro anche il sindaco di San Giorio, Danilo Bar, e il suo vice, Luca Giai.
Una volta recuperato, il cadavere è stato esaminato dal medico legale. Un primo esame che, per quanto possibile, ha escluso l’ipotesi di un omicidio. Nessun segno di aggressioni o violenze ma servirà un’autopsia per stabilire con precisione come è morto l’uomo e da quanto tempo si trovava in fondo a quel dirupo.
Ancora più tempo servirà per risalire alla sua identità, anche se una prima ipotesi c’è già. In zona infatti, da mesi si cercano tracce di Abdelmajid Boughanmi, un 49enne di origini tunisine. L’uomo è scomparso nel nulla a Bussoleno - distante solo 3 chilometri da San Giorio - ad ottobre dello scorso anno, dopo essere uscito di casa senza cellulare o documenti. Come era emerso quando è stato lanciato l’appello per la sua scomparsa, Boughanmi soffre di depressione e ha episodi di amnesia, e potrebbe quindi aver perso la strada di casa, finendo chissà come, in un vagare senza meta, nei boschi di San Giorio. Qui potrebbe essere precipitato o essere stato colto da malore: l’uomo ha infatti bisogno della bombola di ossigeno per respirare e i familiari si erano detti preoccupati perché non sapevano quanto potesse resistere senza. Solo il Dna potrà stabilire se si tratta davvero di lui.
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