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Apocalisse in Turchia, migliaia senza una casa: ora aiutiamoli insieme

Apocalisse in Turchia, migliaia senza una casa: ora aiutiamoli insieme
Aiutiamoli! Quei fantasmi che camminano tra le macerie con i bimbi stretti al petto, i corpi senza vita, i feriti, le famiglie che hanno perso tutto hanno bisogno di noi. Anche di piccoli aiuti, ma concreti. Che sappiano coniugare il dolore a una speranza. L’appello viene dal cuore e TorinoCronaca con la sua Fondazione Quarto Potere e la Onlus Costruire ha sentito l’obbligo di scendere in campo accanto alla Croce Rossa, al Sermig, ma soprattutto accanto ai suoi lettori. Per fare la nostra parte, come è accaduto di fronte ad altre tragedie, a cominciare dal terremoto che ha sconvolto il centro Italia nell’agosto del 2016. Dobbiamo agire insieme, e farlo concretamente mentre davanti ai nostri occhi scorrono le immagini terribili del terremoto che ha sconvolto la vita delle popolazioni della Turchia e della Siria, mescolando usi, costumi e credi religiosi alla polvere e al sangue, annientando famiglie, devastando imprese, cancellando memorie storiche e siti archeologici. Per centinaia di chilometri che scorrono a cavallo dei confini tra i due Paesi c’è solo devastazione, ma ciò che gela il sangue è il numero crescente delle vittime, oltre 5 mila e duecento alle ore 16,45 di ieri, mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità lascia ben poche speranze ipotizzando che il tragico conto dei morti possa salire fino a 20mila, mentre è quasi impossibile verificare l’entità dei dispersi. Lo scenario complessivo racconta un evento forse mai registrato prima, se non si scomodano le memorie storiche che risalgono addirittura al Medioevo. Basta dire che l’urlo della natura ha scatenato una violenza pari a un centinaio di bombe atomiche simili a quelle di Hiroshima. E non credo che basti la fantasia più macabra per immaginare quanto è accaduto all’alba di tre giorni fa, quando si è verificata la prima scossa, tremenda che ha sbriciolato le case mentre la terra si spostava letteralmente di alcuni metri, come in un film dell’orrore. Un’apocalisse vera e propria sotto una bufera di neve e di vento, con le temperature sottozero che hanno sferzato i volti e i corpi di chi cercava invano un riparo sicuro. Ora, come sempre accade in questi casi c’è già un rincorrersi di proteste per i ritardi dei soccorsi, nonostante in campo vi siano - fin dalle prime ore - oltre 30mila uomini. Un esercito tuttavia minuscolo a cui via via si aggiungeranno altri, compresi i volontari italiani che sono già arrivati sul posto con i reparti specializzati dei vigili del fuoco. Bisogna pensare a chi ancora ieri chiedeva aiuto da sotto le macerie, ai rifugiati costretti a vivere sotto ripari di fortuna e oggi letteralmente alla fame, ai bimbi rimasti orfani. E agli anziani che in quelle terre sono ancora più fragili dei nostri padri e dei nostri nonni. Inutile aggiungere che la sanità è al collasso e le riserve di medicine e di cibo scarseggiano. Occorrerà l’aiuto del mondo intero per sanare questa ferita profonda nel costato del nostro continente ma anche noi, nel nostro piccolo, dobbiamo fare qualcosa. Per sentirci utili. Torino Cronaca in questa gara di solidarietà è solo uno strumento. La differenza la fate voi, cari lettori. Con la vostra generosità che abbiamo già toccato con mano in passato quando c’erano persone in difficoltà o emergenze da affrontare. Come ad Amatrice e ad Arquata del Tronto. Per questo vi dico un grande grazie. In anticipo.
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