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Perché Elkann non vuole Tether nella Juve? "Qui comando io" (ma la vera ragione...)

Ecco chi decide e deciderà il futuro della società bianconera: ma ce n'è uno che capisce di calcio?

Perché Elkann non vuole Tether nella Juve? "Qui comando io" (ma la vera ragione...)

Perché John Elkann non vuole i miliardari di Tether nel consiglio di amministrazione della Juve? Non gli servono i soldi - quelli reali, non metterebbero dentro criptovalute - pur in presenza di un bilancio da risistemare? Teme ingerenze? E cosa accadrà alla prossima riunione.

Ieri avete letto, nell'articolo di Paolo Casamassima, le ragioni tecniche: Tether, dei miliardari Giancarlo Devasini e Paolo Ardoino, è salita oltre l'11,5% della Juventus e ha presentato richiesta per il prossimo cda di inserire un proprio rappresentante. Tecnicamente, questo imporrebbe una modifica delle norme attualmente in atto. E per la Juventus, non sarebbe necessario.

Ossia: da casa Juve, leggendo il documento a firma del presidente Gianluca Ferrero, si capisce che dare un rappresentante in cda - che verrà eletto il 7 novembre - ad azionisti di minoranza potrebbe rientrare nelle cosiddette "best practices" per una società. Ma per la Juve lo stato attuale è già rispondente a una best practice. Per via della presenza di amministratori indipendenti. Ma chi sono?

Nell'attuale cda c'è ovviamente il presidente Gianluca Ferrero che si vuole confermare - ma come la mettiamo con il patteggiamento in arrivo per la vicenda dell'Eredità Agnelli dove era indagato con Elkann stesso? -, mentre è uscito il ceo Maurizio Scanavino, uomo di Fiat, Fca etc e che adesso deve pensare prima di tutto alla grana di Gedi e dei giornali del gruppo in vendita. Al suo posto, Maurizio Comolli diventerà ceo plenipotenziario.

Gli amministratori indipendenti al momento sono: Laura Cappiello, avvocato e consulente di impresa, già in Ernst&Young, nel team legal risk di BonelliErede, una specialista di diritto e rischi di amministrazione di impresa; Fioranna Vittoria Negri, commercialista con esperienza in varie società quotate in Borsa, sindaco di imprese come Satispay e membro di commissioni di vigilanza anche di Autostrade per l'Italia; Diego Pistone, ingegnere dalla carriera iniziata in Fiat nel 1977 e oggi ceo di Finde SpA, holding della famiglia Denegri, nonché consigliere della Diasorin. 

La lista di Exor oltre a loro propone: Antonio Belloni, ex braccio destro del miliardario del lusso Bernard Arnault e attuale presidente diLVMH Itali; Guido de Boer, chief financial officer di Exor che entrerebbe nel cda bianconero proprio per rafforzare il controllo da parte della holding di Elkann; Kerstin Andrea Lutz, ceo della Billie Jean King e già capo del marketing e sponsor dell'Uefa; Diva Morian presidente della holding miliardaria KME Group, già in Eni e Moncler.

A occhio un tifoso potrebbe dire: ma ce n'è uno che capisce di calcio? Comolli, per l'esperienza. Certo, la Juventus deve essere gestita come una società che deve produrre utili - o almeno ridurre le perdite - ma dovrebbe farlo attraverso il calcio e non è detto che i bianconeri Devasini e Ardoino ne capiscano come di criptovalute. Il loro candidato principale peraltro è Francesco Garino, dentista per quanto di fama internazionale. L'altro è Zachary Lyons, deputy chief investment di Tether, carriera finanziaria passata soprattutto per le Bahamas. I tifosi speravano nell'opzione Chiellini, per Exor, ma non si concretizzerà.

Secondo Exor e la Juve, l'ingresso di un consigliere delle minoranze potrebbe rendere "più rigido" il lavoro della governance. Che abbiamo visto rappresentata da gente del mondo economico-finanziario in cui si muove Elkann. In sostanza: qui comandiamo noi. E se quelli di Tether si mettono di traverso nelle decisioni economico-strategico-finanziarie? sembra il timore Scomodi. E potenti.

I soldi, però, quelli vanno bene: dunque sì alla partecipazione all'aumento di capitale, come azionisti istituzionali, non pari alla stessa tavola. In fondo, le previsioni finanziarie legate ai big delle stablecoin stanno vaticinando da tempo una salita fino al valore astronomico di quasi 500 miliardi di dollari. Ma Tether presenta numerose zone d'ombra, soprattutto sull'entità delle sue riserve finanziarie in dollari o oro. Difficilmente potrà salire significativamente nell'azionariato se Exor non smollerà parte del suo oltre 70%, per quanto Ardoino punti a questo. E se l'ingombro dovesse manifestarsi in una ipotetica - manco tanto - cessione del club?

E i tifosi che ne pensano? Ditecelo qui nei commenti o sui nostri canali social

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