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L’ex campione dei rally di 84 anni massacrato e rapinato per vendetta

L’ex campione dei rally di 84 anni massacrato e rapinato per vendetta
«E io non ti pago», disse il marchese del Grillo ad Aronne l’Ebanista nel film di Mario Monicelli. E le stesse parole le aveva usate il commendator Giovanni Marini, 85 anni, ex campione di rally, per respingere le pretese non dovute della sedicente e autoproclamatasi dama di compagnia Maria Rovere di 70 anni che, dall’anziano vedovo, pretendeva molti quattrini, probabilmente tutti i risparmi dell’uomo. Anziano sì, ma presente a se stesso, lo scorso anno Marini aveva allontanato la donna e la «sua corte dei miracoli», intuendo gli inganni e fin troppo facili raggiri. La donna ha covato un profondo risentimento e poi è passata all’azione, alla vendetta. Fatto sta che otto mesi fa, due sconosciuti incappucciati, penetrarono nel piccolo appartamento dove il commendatore viveva in via Parmentola, lo colpirono al capo con il calcio di una pistola, lo riempirono di calci e pugni e lo lasciarono esangue sul pavimento di casa. Per simulare la rapina, in realtà si trattava di una vendetta, fuggirono con un Rolex e un altro orologio che il commendatore custodiva in un cassetto. I due, che poi sono finiti in manette insieme con Maria Rovere, sono Matteo Lupano, un tatuatore trentenne che vive a Settimo Torinese e Federico Vincenzo Scala, un balordo di periferia di 28 anni. Entrambi erano stati assoldati dalla Rovere che aveva consegnato loro le chiavi dell’alloggio del commendatore. Secondo gli investigatori, coordinati dal pm Paolo Scafi, la donna voleva dare una sonora lezione all’ex pilota di Rally, ricompensando poi i picchiatori «con tutto quello che trovate lì dentro, tenetevela per voi», cioè i due orologi. Ma ospiti delle patrie galere sono finiti anche altre due persone, definite negli atti quali “intermediari”, cioè Rosario Criaco, 42 anni anche lui di Settimo Torinese e Adriana Nunzia Castelluccia, 41 anni, moglie di Criaco. Più sfumata, invece, la posizione di Cristi Roberto Sau, un romeno di vent’anni. Il commendatore fu ritrovato privo di sensi con mani e gambe legate da fascette da elettricista, portato d’urgenza al Cto, ha poi dovuto subire un vero calvario: dopo il ricovero si è sottoposto a un trattamento riabilitativo presso una clinica, terminato il quale è stato ospite per qualche tempo in una Rsa a Torino. Attualmente ha lasciato la città e vive in una residenza non distante dalla famiglia del suo parente più prossimo. Sul piano sportivo, Giovanni Marini ha un palmares di riguardo come pilota di rally nelle scuderie della Lancia: al volante dell’Appia e della Fulvia HF (gare di regolarità) e dell’Abarth con la 1300 S. Negli anni 60 aveva partecipato a diverse edizioni della Targa Florio e del Rally di Montecarlo, ottenendo una certa notorietà per i buoni piazzamenti.
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