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«I cinghiali sono un’emergenza. Pronti a sparare anche in città»

«I cinghiali sono un’emergenza. Pronti a sparare anche in città»

Depositphotos

A poco più di un anno dall’esplosione della “peste suina” in Piemonte e Liguria, l’assessore all’Agricoltura, Marco Protopapa, si prepara a tornare a Roma per incontrare il governo e chiedere più strumenti per affrontare quella che i coltivatori considerano una vera e propria emergenza. «Servono interventi urgenti e dei ristori, ma il problema continua ad essere quello del contenimento dei cinghiali: ora è possibile intervenire con abbattimenti programmati anche in città ma servono guardie venatorie autorizzate» spiega Protopapa evidenziando come «non sarà, comunque, un “far west” ma non possiamo contare soltanto più sui volontari». Il problema sta nei conti se si pensa che sono oltre 100mila i capi stimati soltanto in Piemonte e almeno 50mila quelli che dovrebbero essere abbattuti nel biennio tra 2022 e 2023. Un numero a cui non ci si sarebbe nemmeno avvicinati secondo le stime fatte, meno di un mese fa, dalla Cia. «Impietose» spiegano dalla Confederazione italiana degli agricoltori. «È un obiettivo impossibile da raggiungere visto che, ad oggi, nella “zona rossa” tra Piemonte e Liguria è stato abbattuto un numero di capi irrisorio rispetto agli obiettivi e non sono state messe a punto neppure le battute di caccia». Anche Confagricoltura aveva chiesto a Piemonte e Liguria un coordinamento tra Regioni dopo la crescita di carcasse infette anche nell’Alessandrino. «Non possiamo permettere che il comparto venga penalizzato dalla chiusura di quelle aziende che rientrano nelle zone in continuo ampliamento». A Torino e provincia, entro quest’anno, serviranno almeno 16mila abbattimenti di cinghiali a fronte dei 3.500 dello scorso anno. La Città Metropolitana dispone solo di quattro guardiacaccia che nel 2022 hanno abbattuto circa 400 cinghiali. La Regione potrebbe assumerne altri 25 per tutto il Piemonte ma secondo gli agricoltori non basteranno. Secondo l’Istituto per la ricerca e protezione ambientale circolino in Italia almeno 1,5 milioni di ungulati che tra il 2015 e il 2022 hanno prodotto danni all’agricoltura per 120 milioni di euro, nonostante a livello nazionale siano aumentati del 45% gli abbattimenti.
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