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14 Febbraio 2023 - 07:35
Quarant’anni dopo, il ricordo si mischia alla rabbia: da un lato, le autorità sottolineano come siano cambiate le norme di sicurezza dopo la tragedia del cinema Statuto; dall’altro, i parenti delle vittime e i soccorritori di allora sottolineano come il sacrificio di quelle 64 vittime non abbia insegnato abbastanza.
Uno dei più arrabbiati è Agostino Tortoreti, che il 13 febbraio 1983 era caposquadra dei vigili del fuoco di Torino: «Io e i miei colleghi eravamo in piazza Castello, dov’era andata a fuoco un’insegna luminosa. Siamo arrivati in via Cibrario due minuti dopo ma non c’era già più niente da fare. Il ricordo più doloroso è proprio quello di non essere riuscito a salvare nessuno».
Tortoreti ha voluto esserci ieri mattina in largo Cibrario, davanti alla lapide che ricorda le 64 vittime, proprio a due passi dal cinema Statuto. Alla posa di una corona di fiori hanno partecipato i parenti, il sindaco Stefano Lo Russo, autorità di Comune e Circoscrizione 4. E c’era anche l’ex caposquadra, che ha partecipato per la prima volta alle celebrazioni: «Stanotte non ho dormito perché sapevo che dovevo venire qui e ripensavo a cos’era successo quella sera. Ha preso fuoco solo un piccolo quadro elettrico: la cosa più grave è che non si sia trovato nessuno in grado di usare un estintore all’interno di un cinema. Oggi, come allora, tutti pensano: “Tanto arrivano i vigili del fuoco”. Ma le squadre dei pompieri, per carenza d’organico, non potranno mai arrivare in tempo utile per spegnere l’incendio di un’auto o di un appartamento. Ci vanno tra i 5 e i 10 minuti perché vengano divorati dalle fiamme: è impossibile arrivare prima».
Allora tragedie come quelle del 13 febbraio 1983 sono destinate a ripetersi? Anche durante la cerimonia di ieri si sono ricordate altre vicende che hanno segnato Torino, dall’incendio della Thyssenkrupp a piazza San Carlo, fino al crollo della gru in via Genova: «Bisogna investire sulla prevenzione e sulla formazione a livello scolastico, in modo da insegnare alla gente quali sono i rischi e affrontarli» sottolinea ancora Tortoreti.
Si è parlato proprio di questo al convegno “La sicurezza non è un film”, organizzato dai vigili del fuoco al comando di corso Regina Margherita: i vertici regionali del corpo hanno ripercorso come siano cambiate le regole dopo la tragedia del cinema Statuto. Oggi si fanno test sulle poltrone imbottite che allora non erano previsti. Si studiano le reazioni al fuoco e le vie di fuga. Esiste la messa a terra per evitare che un corto circuito in un impianto elettrico possa causare 64 vittime. E ieri, simbolicamente, si sono svolte delle prove antincendio in molte scuole torinesi. «Non basta - insiste l’ex caposquadra - Io spero che l’attuale ministro dell’Interno non commetta lo stesso errore dei suoi predecessori: deve coinvolgere il suo collega all’Istruzione e far insegnare la sicurezza agli studenti. È la materia più importante fin dalle elementari, prima di matematica e inglese. Ancora oggi non s’insegna come agire in caso di incendi e terremoti».
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