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Addio allo storico Imbarco Perosino, sgomberato per debiti dopo 87 anni

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Dopo 78 anni l’Imbarco Perosino al Valentino sulle rive del po non esiste più. Ieri mattina un blitz dell’ufficiale giudiziario, con un blindato della polizia e una trentina di agenti, ha colto alla sprovvista la titolare e i dipendenti all’interno della struttura caricando tutto il mobilio sui camion. Il ristorante e l’alloggio dove viveva la titolare Anna De Coster, con la figlia di 16 anni, (che ieri mattina era scuola) sono stati sgomberati con un’operazione disposta dalla corte d’Appello che sta dando esecuzione alla sentenza del 26 novembre del 2018 in cui si dichiarava la proprietà del ristorante «in capo al Comune di Torino». La battaglia va avanti dal 2012, anno in cui la Città aveva fatto entrare in vigore una legge regionale che dichiarava di proprietà comunale tutti gli immobili sulle rive del Po, compresi quelli privati come il Perosino, edificato nel 1936 dall’omonima famiglia. Negli ultimi anni il Comune aveva chiesto ai titolari i canoni di affitto dell'Imbarco per un totale che ammonta a circa 300mila euro. «Avevamo proposto di rateizzare il credito ma ci è sempre stato detto di no» aveva spiegato la vicesindaca Michela Favaro qualche mese fa. A nulla sono serviti gli appelli e le manifestazioni davanti a Palazzo Civico della titolare dell’Imbraco, Anna De Coster, per chiedere di far rientrare i costi nell’ambito dei beni comuni, con iniziative sociali e sportive aperte alla Città. Ieri mattina si è chiusa quindi un’era. Amici e frequentatori del Perosino hanno aiutato Anna De Coster a caricare cibo, bevande e registratori di cassa in auto, dicendo addio per sempre alla “villetta” sul Po. «Stavo ancora dormendo quando sono arrivate una trentina di persone con l’ufficiale giudiziario per chiederci di sgomberare l’immobile, abbiamo migliaia e migliaia di prenotazioni fino al 2024 e il nuovo concessionario voleva mantenere le cose così come stavano, con un passaggio automatico, invece il Comune ha deciso di sgomberare l’immobile» ha raccontato ieri mattina tra le lacrime l’ormai ex gestore dell’Imbraco Perosino, Anna De Coster, mostrando l’interno del locale spoglio, la camera da letto, le valige e gli scatoloni. «C’è un’amarezza infinita - ha sottolineato -, in questo posto si sono alternate quattro generazioni, i bisnonni, i nonni, io e mia figlia che è ancora a scuola e non sa nulla. Sono venuti gli assistenti sociali per darci un monolocale a Mirafiori perché non abbiamo più niente, mentre i miei genitori sono ricoverati in ospedale, mia madre ha avuto un ictus perché non ha retto al colpo. Mi dispiace di non avercela fatta, mi dispiace per i sei dipendenti che hanno perso il lavori, mi dispiace per tutti voi». I beni sono stati messi dal Comune in un magazzino e rimangono nella disponibilità della famiglia. E nonostante lo sconforto De Coster non ha ancora perso del tutto le speranze di una rivalsa: «Il Comune dal 2009 sta cercando di sbatterci fuori, ma l’immobile è stato costruito da noi, e accatastato come famiglia Perosino, e siamo ancora in causa per la proprietà. La battaglia - sottolinea - non è ancora finita».
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