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20 Febbraio 2023 - 08:00
«Siamo disperati, chi può averci voluto fare un danno del genere?» chiede la signora Natalina Romeo. Poi scoppia in lacrime di fronte alla devastazione dell’orto che lei e il marito Antonio Murdocca curano in via Molinetti, a Rivoli. Le loro baracche e la legnaia sono completamente bruciati dopo l’incendio divampato nella notte fra sabato e domenica. Ma i due sono solo le prime vittime dei piromani che hanno colpito cinque volte in provincia, ripiombata nell’incubo dei roghi dolosi che devastano le aziende agricole (e non solo).
Secondo le prime ricostruzioni di carabinieri e vigili del fuoco, in via Molinetti le fiamme sono partite all’1 di notte. Dopo l’orto, ha preso fuoco un deposito di sterpaglie a poche decine di metri di distanza. Un’ora più tardi sono divampati gli incendi più devastanti, entrambi lungo via Villarbasse: prima è bruciata parte di una legnaia al civico 100, poi le fiamme hanno avvolto le circa 350 rotoballe accumulate nel fienile dall’altro lato della strada. Dove la violenza dell’incendio ha fatto collassare uno dei muri perimetrali.
I vigili del fuoco di Avigliana, Alpignano e Almese hanno lavorato tutta la notte con l’aiuto dei colleghi della centrale di Torino. Ma, alle 13 di ieri, il fieno stava ancora bruciando sotto gli occhi di Andrea Branca, il figlio del proprietario: «Non si può mai essere certi ma quelle balle erano lì dall’estate, difficile che abbiano preso fuoco da sole - commenta l’agricoltore - Ci era già successo un paio di anni fa in un altro fienile e alla fine eravamo riusciti a dimostrare che era doloso. Probabilmente sarà così anche stavolta, visto che ci sono stati quattro incendi in contemporanea». Sono in tanti a pensarlo a Rivoli, al centro della terza serie di roghi in tre anni. E, alle 16.30 di ieri, è bruciato un altro fienile in via Pianezza a Collegno. Ma, tra 2022 e 2023, l’allarme piromani è scattato anche a Caselle, Villastellone, Carmagnola, Poirino, Chieri, Canavese e Valle di Susa: «Hanno preso di mira le aziende agricole, serve maggiore attenzione dalle forze dell’ordine» denuncia Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti.
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