Chiude il Carnevale dei record: Aranceri della morte in trionfo
22 Febbraio 2023 - 07:02
Termina con la vittoria dell’Associazione degli Aranceri della Morte, la Battaglia delle Arance dello Storico Carnevale di Ivrea. L’edizione che passerà alla storia per essere quella ritrovata dopo anni di stop forzato a causa della pandemia del Covid-19 che aveva, di fatto, impedito lo svolgersi delle edizioni del 2021 e del ‘22 (quella del 2020, invece, era stata interrotta proprio a causa dei provvedimenti per contrastare l’epidemia dopo il primo giorno di battaglia). Ieri sera, all’imbrunire, davanti a una piazza Palazzo di Città, di fronte al municipio di Ivrea, una folla debordante ha atteso l’annuncio dei vincitori del 2023. Quest’anno è toccato agli Aranceri della Morte che tirano proprio nella piazza di Città. Gli annunciatori hanno poi proclamato anche i vincitori delle varie sezioni dei premi in palio. In particolare per i carri, da sempre divisi nelle categorie delle pariglie e delle quadriglie, sono risultati vincitori, con il carro numero 45, gli Scorpioni del Tiranno (primo posto delle pariglie) e il carro R dei Traditori del Tiranno (primo posto per le quadriglie). I personaggi principali del 2023 sono stati la Mugnaia interpretata da una bravissima e bellissima Elena Bergamini in Bardus, mentre il Generale era impersonato da Marcello Feraudo. Sono stati tre giorni di battaglia intensi, terminati appunto con l’ultima giornata di ieri. Nonostante i due anni di pausa, la ripresa è stata molto incoraggiante dal punto di vista delle presenze che nel periodo della festività ha visto complessivamente oltre 50mila visitatori. Importante, ai fini economici soprattutto, il bilancio della domenica di battaglia, quella in cui per accedere alla manifestazione era previsto il pagamento del biglietto passato dai precedenti dieci euro a persona a quindici euro di quest’anno. I visitatori paganti sono stati ben 19.800. Un edizione caratterizzata da minori iscrizioni (700 aranceri in meno rispetto al 2020) e dal contributo di sette euro richiesti ad ogni “tiratore” per sostenere il bilancio della manifestazione. Il “bilancio” dei feriti, invece, della battaglia ha visto numeri più contenuti rispetto alle precedenti edizioni. I feriti medicati nei vari punti di primo soccorso dislocati nei pressi delle piazze del tiro nel corso dei tre giorni di Battaglia sono stati complessivamente 469 (140 ieri), mentre quelli che hanno richiesto il trasferimento in ospedale sono stati in totale 37 (8 ieri), nessuno dei quali è grave. Risultata vincente anche la decisione di non effettuare la classica festa in maschera del Giovedì Grasso, un’altra delle novità di questa edizione, che ha spostato molti dei partecipanti all’evento del sabato sera con la presentazione della Mugnaia, la sfilata dei gruppi e lo spettacolo pirotecnico. Al termine della battaglia come in passato si è svolto il corteo dei personaggi storici mentre gli spettatori si sono recati nelle parrocchie di San Maurizio, Sant’Ulderico, San Lorenzo, San Salvatore e, infine, in quella di San Grato per il rogo dello “scarlo” in ognuna di esse, un falò propiziatorio che segna la fine dei festeggiamenti. I pifferi e i tamburi hanno quindi, scandito la rituale marcia funebre mentre il corteo storico in silenzio e mestamente si recava al Palazzo Comunale per il saluto di commiato pronunciando la frase in dialetto piemontese Arvédze a giòbia ‘n bot (arrivederci a giovedì all’una, rimandando all’appuntamento per la prossima edizione del carnevale).
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