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Il cuore grande del Piemonte: «Un esempio di accoglienza»

Il cuore grande del Piemonte: «Un esempio di accoglienza»

(Depositphotos)

Ricorda bene la tensione crescente che ha accompagnato l’inizio della guerra in Ucraina, il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. «Quell’inesorabile escalation di provocazione e aggressioni» commenta. «Una violazione, quella russa, in disprezzo a qualsiasi principio del diritto internazionale al punto da intraprendere una scellerata e crudele guerra di invasione» spiega e poi si domanda: «Per noi europei era possibile assistere inerti a quanto stava accadendo?». La risposta viene da sé: «Non abbiamo esitato come Paese, come enti locali a schierarci dalla parte degli aggrediti. Ieri come oggi, siamo al loro fianco». Non c’è dubbio, per il sindaco di Torino, sulla necessità di «respingere come europei e come appartenenti alla comunità internazionale a quella logica che si nutre del disprezzo dei valori di base di qualsiasi democrazia: l’autodeterminazione e l’inviolabilità dei confini». La Città di Torino «ha cercato di facilitare e sostenere la catena della solidarietà che si è attivata per rendere più efficaci gli aiuti alla popolazione ucraina» commenta la vicesindaca Michela Favaro. «L’obiettivo è stato sia dare informazioni utili e mettere in rete tra loro tutte le torinesi e i torinesi che hanno voluto essere parte attiva in questa situazione di emergenza - racconta -. Ci accorgiamo che oggi non è più sufficiente manifestare per una causa, ma la vera sfida è farlo uniti, con piccoli gesti quotidiani di pace, legalità, gratuità. L’ultima iniziativa che abbiamo organizzato come città è stata con il Mago Sales. A dicembre abbiamo organizzato un momento per i bambini e tutta la popolazione ucraina che gravita su Torino». Un afflato di solidarietà che è partito anche dalla Regione. «È trascorso un anno dall’inizio di una guerra che ha sconvolto la vita di milioni di persone e di cui le sue conseguenze sono purtroppo sotto gli occhi di ognuno di noi. Ed è trascorso un anno anche dalla solidarietà che ancora una volta il nostro Piemonte ha messo in campo, fin dai primi giorni del conflitto in Ucraina, accogliendo migliaia di persone che hanno abbandonato le proprie case e la propria vita. Tra loro non potrò mai dimenticare quei bambini che per due volte siamo andati a prendere al confine con la Moldavia perché potessero continuare a ricevere le cure mediche di cui avevano bisogno» sottolinea il governatore Alberto Cirio. Sulla stessa linea l’assessore alla Protezione Civile, Marco Gabusi. «Quello che ci ha molto impressionato è stata la grande risposta di solidarietà delle famiglie, almeno 5mila quelle che hanno aperto la porta ai profughi».
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