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Bar sotto “assedio” della baby gang. Appello ai genitori: «Incontriamoci»

Bar Olympic

Baby gang o “semplici” teppistelli, poco cambia. Comunque li si voglia chiamare, l’unica cosa che conta per chi gestisce il bar “Olympic” di via Gramsci a Borgaro è che qualcuno deve tenerli sotto controllo. Un qualcuno che corrisponde a un identikit ben preciso: i loro genitori.

Il timore infatti è quello che il bar possa addirittura arrivare a chiudere se non verrà affrontato e risolto il problema di una nutritissima banda di giovani che da tempo rendono la vita difficile ai titolari, che nel corso di questi mesi hanno visto anche ridursi la clientela, stufa di avere a che fare con i ragazzini. E così, i titolari hanno postato un messaggio sui gruppi social dedicati alla città di Borgaro, lanciando un appello ai genitori di questi giovani: «Ci dispiace dover arrivare a questo punto. Avremmo bisogno di parlare con i genitori dei ragazzini che frequentano il bar Olympic di Borgaro. Perché purtroppo, nonostante abbiamo contattato più volte anche noi i carabinieri, non riusciamo più a gestire la situazione. Si tratta di circa 70-80 ragazzini che, purtroppo, mancano di rispetto sia al locale sia ai dipendenti in qualsiasi modo. Sono quasi tutti minorenni. Grazie per la collaborazione», questo il messaggio a firma dello staff dell’Olympic.

Ma chi sono questi giovani che urlano, danneggiano - le vetrate del bar ancora oggi mostrano i segni delle pietrate e dei pugni tirati - e rendono la vita complicata a gestori e clienti? Si tratta di ragazzi «tra i 12 e i 17 anni - spiegano dal bar - ma non abbiamo idea se siano residenti qui vicino o arrivino da altre parti di Borgaro. Il vero problema è che sta diventando veramente dura lavorare. Noi siamo un bar aperto praticamente h24: ci prendiamo solo un’ora di chiusura al giorno per preparare brioches e panini che poi vendiamo nel corso del resto della giornata. Ma la situazione sta diventando decisamente pesante. Siamo stufi di dover mettere a posto i tavoli, mettere mano al portafogli per gli atti vandalici, dover fare i conti con i clienti che, esasperati, non vogliono più venire qui da noi. Abbiamo fatto tanti sacrifici per aprire e per questo speriamo di poter parlare con i loro genitori e mettere un punto definitivo a questa situazione».

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