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Bonifiche e pannelli solari per rilanciare Basse di Stura

Basse

Entro il 2026 l’Altopiano Deltasider di Basse di Stura verrà messo in sicurezza con 16 milioni stanziati dal Pnrr. Basse di Stura, 150 ettari classificati a Parco urbano e fluviale dal Piano regolatore, è un ex area industriale al crocevia tra via Reiss Romoli, la superstrada dell’aeroporto e la sponda destra della Stura, che fino agli anni ’90 ha ospitato il polo siderurgico con gli stabilimenti CimiMontubi, Rifometal, Teksid e Deltasider. Almeno fino al 1998 (data di entrata in vigore del decreto Ronchi) sul terreno sono stati stoccati scorie saline e di fonderia, morchie e oli esausti, in parte rimossi durante la prima messa in sicurezza nel 2001. Il sito è stato dichiarato “di interesse nazionale” ai tempi della giunta Castellani, salvo poi essere declassato a “sito di interesse comunale” negli anni successivi, una mossa che ha trasferito l’onere delle bonifiche in capo al Comune.

Ora con i fondi in arrivo sarà realizzato un secondo “capping”, ovvero la posa di una copertura al di sopra dei sedimenti contaminati. «Gli uffici stanno trattando con Italgas Reti per la cessione di un’area da 11mila metri quadri, che conserverà la capacità edificatoria», ha dichiarato la vicesindaca Michela Favaro, titolare delle deleghe al Patrimonio. Lì sarà realizzato un bacino d’infiltrazione per regolare il deflusso dell’acqua piovana. Il Prg destina l’altopiano a parco urbano, mentre il Piano d’area del parco del Po impone di «conservare inalterata la destinazione agricola» dell’area della cascina Ressia. Una volta messo in sicurezza, però, potrebbe ospitare “pro tempore” un parco fotovoltaico per la produzione di energia pulita.

«Possiamo produrre energia solare in un parco? Oggi il nostro impianto normativo non ci consente di ipotizzare una destinazione d’uso temporanea, invece sarebbe utile - ha commentato Mazzoleni -. Del resto sarebbe paradossale mettere in competizione l’ipotesi dell’area ecologica con la produzione di energia rinnovabile». Accantonata, per ora, la fitorigenerazione proposta a suo tempo dall’assessore Alberto Unia, che per le Basse aveva ipotizzato un “incubatore” di servizi ecosistemici, ovvero un parco in cui le imprese potessero investire in progetti green per compensare le emissioni di Co2.

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