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02 Marzo 2023 - 08:02
Covava nell’animo la rivalsa, la vendetta contro il popolo invasore e ha scatenato la sua furia su una ragazza, vittima anche lei nelle fiumane di profughi che dall’Est sono arrivati in Italia. A ordire la trappola, almeno secondo la versione di chi l’ha denunciata, sarebbe stata una trentenne ucraina, Alona Ruf, residente a Trofarello che, insieme a suo marito, aveva contattato una escort di 28 anni (conosciuta in un night) di origine russa per trascorrere una serata tutti e tre insieme.
Per la prestazione era stato fissato un pagamento di poco inferiore ai 500 euro che la russa aveva ricevuto in contanti appena giunta nella casa di Trofarello. Le ore successive anziché essere un tempo di piacere, si sono trasformate in ore di tortura nei confronti della 28enne. La giovane non solo è stata aggredita e picchiata, ma costretta a prestazioni umilianti. Il tutto in un contesto nel quale l’ucraina avrebbe pronunciato continue frasi di vendetta nei confronti del popolo russo, dei suoi governanti e della povera escort diventata l’obiettivo di ogni vessazione.
«Poi ho avuto la forza di ribellarmi», ha successivamente raccontato la donna ai carabinieri della compagnia di Moncalieri. La ragazza si è rivestita evitando e schivando ulteriori botte e, presa la borsetta, si è avviata verso l’uscita di casa. Ma è stata bloccata con la forza dalla sua aguzzina che le ha strappato il portafoglio e ha ripreso il denaro contante che, ore prima, le aveva consegnato. La vittima, infine, si è trascinata fuori casa e ha raggiunto la sua auto. Con fatica ha guidato fino all’ospedale Santa Croce di Moncalieri. «Quando è arrivata qui - spiegano dal pronto soccorso - era in evidente stato di shock». E’ stata ricoverata per alcune ore e le sono state medicate le ferite. Sono stati gli stessi medici a chiamare la più vicina stazione dei carabinieri. Giunti in ospedale, i militari hanno raccolto la testimonianza della ragazza russa. Un racconto dettagliato nel quale la giovane è stata in grado di fornire nomi, indirizzi e numeri telefonici. A quel punto una pattuglia si è presentata a Trofarello nell’abitazione dell’ucraina che è stata tratta in arresto. Sottoposta ad interrogatorio, la donna avrebbe negato ogni responsabilità riguardo le sevizie e le minacce di vendetta, sostenendo che l’incontro a tre era stato organizzato esclusivamente per motivi di carattere sessuale. Un racconto, quello di Alona Ruf e del suo compagno che però non ha convinto gli investigatori. Tant’è che è rimasta in stato di arresto con l’imputazione di rapina, perché il denaro pagato per la prestazione sessuale (che lei stessa aveva confermato) era stato sottratto con la forza alla giovane escort russa.
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