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Un litro su 3 viene sprecato nei tubi. E la nuova diga sarà pronta nel 2029

diga tournon gn

Nei tubi del Torinese viene sprecato un litro d’acqua su tre. E la grande diga della valle di Viù sarà pronta solo 40 anni dopo il primo annuncio: «Finora non avevamo mai avuto problemi di carenza d’acqua» alza le spalle Paolo Romano, presidente di Smat (la società che gestisce il servizio idrico a Torino e provincia). Ma ora la siccità è arrivata sul serio e non ci sono le opere necessarie per contrastarla. A partire dalla mancanza di manutenzione, che provoca perdite enormi lungo il tragitto dalla fonte al rubinetto: «Tante reti non l’hanno mai avuta, visto che la media nazionale è del 40% - considera Romano - A Torino siamo ancora bravi, visto che siamo al 21%. Ma nel resto della provincia siamo oltre il 30%». Da tempo Smat assicura attenzione su questo fronte, reinvestendo almeno il 30% delle bollette: «Che, al momento, sono fra le meno care d’Europa».

Intanto la società si prepara a realizzare la diga di Combanera in Val di Viù (ora ribattezzata Tournon, dal nome del progettista): «Finalmente abbiamo avuto tutti i via libera dagli enti competenti e potremo usare l’acqua per molti fini, compresi quelli agricoli. Si tratta di un progetto di 30 anni fa ma è mancata la lungimiranza necessaria per realizzarlo: queste infrastrutture sono rimaste bloccate per anni». E intanto la lotta alla siccità è rimasta ferma, con un dato su tutti: viene recuperato solo l’11% dell’acqua che cade dal cielo. «Adesso cerchiamo di recuperare, a patto che si trovino finanziatori: non abbiamo potuto rientrare nel Pnrr perché non avremmo potuto rientrare nei tempi. Speriamo nell’aiuto delle banche».

Si tratta di un’opera con una capacità di 100 milioni di metri cubi d’acqua l’anno e un costo di 420 milioni: «Il mese prossimo lanceremo il bando per trovare i tecnici che aggiornino il progetto. L’obiettivo è partire coi lavori alla fine del 2024 e concluderli nel giro di cinque anni». Facendo una semplice somma, si scopre che non sarà pronta prima del 2029. E nel frattempo? «Acceleriamo su altre opere, come l’acquedotto della Valle Orco: quello è rientrato nel Pnrr, costerà 186 milioni e ce ne daranno 93. Il resto lo mettiamo noi come Smat, in modo che sia pronto per giugno 2026. Darà un bel respiro, com’è stato con l’acquedotto della Valle di Susa: la scorsa estate ha compensato le mancanze, altrimenti avremmo dovuto mandare le autobotti».

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