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Nasce il nuovo Spazio Mov-Art: «Facciamo cantare il quartiere»

mov art
Gli artisti pagano per esibirsi mentre il pubblico, gratuitamente, li giudica. E’ un’esibizione al contrario quella che va in scena ogni martedì sera nel nuovo spazio “Mov-Art” in via Goito 13, nato dalla mente creativa dello showman Alessio Schiavo. Un locale di due piani, dove prima c’era un centro massaggi, diventato in pochi mesi un punto di riferimento per San Salvario. Qui si tengono corsi di canto, recitazione, public speaking e gioco-danza per i bambini. «Abbiamo inaugurato lo spazio a ottobre ricevendo una grande e inaspettata adesione da parte del pubblico che ha voglia di liberare la propria vena artistica divertendosi» spiega Schiavo, artista nato e cresciuto a San Salvario, che ha deciso di aprire questa particolare scuola nel suo quartiere dopo una lunga carriera in tv: «Mi sono diplomato all’accademia di musica Bstm di Bologna, ho cantato un anno nelle navi da crociera e poi mi sono trasferito a Roma dove ho fatto da spalla a personaggi famosi, come Massimo Lopez, Christian De Sica e Alessandro Siani. Poi però - ricorda - con la pandemia è finito tutto e, riflettendo, ho capito che era arrivato il momento di fare qualcosa di mio, nella mia città di origine, che potesse rendere felici le persone». E così è nata l’idea dello Spazio Mov-Art. «Ho coinvolto nell’iniziativa il mio amico e grande comunicatore Andrea Incognito e siamo partiti a fare pubblicità e volantinaggio, e con grande sorpresa sono entrate ben cento persone che volevano frequentare i corsi - racconta -, si è già formato il “coro di San Salvario” e gli attori sono appena andati in giro per il quartiere interpretando personaggi inventati, come un cieco e una donna incinta». L’intento di Mov-Art? «E’ quello di creare una comunicazione con la città, e anche per questo motivo ogni martedì sera organizziamo il “Performing Party”, evento in cui si esibiscono sul palco dei cantanti e la loro esibizione viene analizzata e commentata da me e dal pubblico presente come in una sorta di karaoke assistito. In questo modo - spiega il titolare della scuola - l’interpretazione suscita emozioni nell’ascoltatore che risponde, trasmettendo attenzione e apprezzamento verso l’artista che, sentendosi gratificato, impara a gestire lo stress da palcoscenico, migliora l’interpretazione e trova così la propria voce».
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