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Himera dagli alti dirupi: la mostra che racconta la più grande necropoli greca della Sicilia

Oltre 20mila reperti archeologici emersi nei trent’anni di scavi esposti nella stazione di Palermo centrale

Himera dagli alti dirupi: la mostra che racconta la più grande necropoli greca della Sicilia

La più grande necropoli greca presente in Sicilia, Himera, è stata riportata alla luce grazie ai lavori di raddoppio della tratta Fiumetorto-Ogliastrillo, parte del potenziamento della linea ferroviaria Palermo–Messina, realizzati dalla società del Gruppo FS, Rete Ferroviaria Italiana. I numerosi ritrovamenti funebri tornano visibili al pubblico grazie a Himera dagli alti dirupi. Un viaggio nella necropoli svelata dal raddoppio ferroviario, la mostra ospitata nella Sala Reale e nella sala adiacente della stazione di Palermo Centrale.
L’esposizione riunisce oltre 20mila reperti archeologici emersi nei trent’anni di scavi legati al raddoppio ferroviario della tratta Fiumetorto–Ogliastrillo, parte del potenziamento della linea Palermo–Messina. I ritrovamenti, che includono un’ampia varietà di sepolture e corredi funerari, permettono al pubblico di immergersi nella storia millenaria dell’antica città greca di Himera.

Fondata nel 648 a.C. da coloni greci, Himera fu protagonista di eventi storici cruciali per la Sicilia antica, tra cui le celebri battaglie del 480 e del 409 a.C. Proprio queste ultime, che segnarono la fine della colonia con la vittoria cartaginese, sono testimoniati da tombe di soldati, cavalli e cittadini, insieme a armi utilizzate negli scontri, riportate alla luce dagli scavi.
La mostra, allestita nella Sala Reale e nella sala adiacente della stazione, sarà visitabile fino al 10 novembre 2025, offrendo così una finestra sulla storia antica grazie a un patrimonio archeologico di inestimabile valore.

Il progetto di raddoppio ferroviario ha saputo conciliare esigenze di mobilità e tutela archeologica: la rimozione del vecchio tracciato, che interferiva con i resti dell’antica città, ha infatti permesso di preservare e valorizzare la necropoli, applicando soluzioni progettuali a basso impatto sul sito.
Gli scavi moderni si inseriscono in una lunga tradizione di ricerche iniziata già nel XVI secolo, con l’identificazione del sito da parte dell’umanista Claudio Mario Arezzo. Successivamente, tra il 1927 e il 1929, furono portate alla luce la necropoli orientale e il tempio dorico della Vittoria. Dal 1962 in poi, gli studi hanno ampliato la conoscenza della città con il ritrovamento di abitati, fortificazioni e grandi aree sacre.
Tra il 2008 e il 2011, gli archeologi hanno scoperto oltre 10mila sepolture, arricchendo enormemente la comprensione della sfera funeraria greca di età arcaica e classica. Grazie a questa attività sono stati catalogati e restaurati numerosi reperti, digitalizzati archivi fotografici e disegni, creando una documentazione scientifica di rilievo internazionale.

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