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29 Gennaio 2023 - 07:13
Un Festival della Canzone Italia c’era già stato, ma non ebbe molta fortuna. Si tenne a Viareggio dall’estate del ’48 a quella del ’50 per poi chiudere per motivi economici. Un’idea comunque buona per movimentare il palinsesto invernale di una casa da gioco che veniva da un commissariamento e che faceva ancora fatica a rialzarsi dalla guerra. Amilcare Rambaldi, benemerito fioraio di Sanremo e futuro fondatore del Club Tenco, ne aveva parlato con il torinese Angelo Nizza, giornalista della Gazzetta del Popolo e tra i più celebri autori radiofonici dei Telefoni Bianchi. Nulla di sfarzoso, tre serate sul modello del café chantant giusto per riempire il Salone delle Feste del Casinò in bassa stagione. L’idea piacque al patron Pier Bussetti, che sguinzagliò a Roma il suo direttore delle manifestazioni Angelo Nicola Amato perché reperisse i cantanti, mentre Nizza doveva riallacciare le sue conoscenze torinesi in Rai e convincere Giulio Razzi, nipote di Giacomo Puccini e direttore dei programmi della Radio di Stato, ad assumere la direzione artistica.
Amato tornò con circa 250 brani inediti, tra i quali selezionarne venti, e tre interpreti: il fascinoso Achille Togliani, la 31enne Adonilla “Nilla” Pizzi, che sotto il Fascismo fu messa ai margini per la sua voce “esotica e conturbante”, e il Duo Fasano, ovvero le gemelle torinesi Dina e Delfina Fasano. Nizza riuscì invece ad assicurarsi l’appoggio della Rai: Razzi accettò la direzione e le tre serate sarebbero state trasmesse sulla “Rete Rossa”, la futura Radio2, con diretta della finale dalle 22 alle 24 di mercoledì 31 gennaio 1951. Dagli studi di Torino arrivarono anche il direttore d’orchestra, il celebre Cinico Angelini, e il presentatore Nunzio Filogamo, che lunedì 29 gennaio tenne a battesimo l’evento con queste parole: “Signore e signori, benvenuti al Casinò di Sanremo per un’eccezionale serata”.
Per le prime due serate la formula elaborata dal trio Amato-Nizza-Razzi prevedeva la presentazione di dieci canzoni, eseguite in singolo o in duetto, tra le quali il pubblico avrebbe scelto le dieci finaliste. Le preferenze sarebbero state raccolte in un’urna fatta circolare tra i tavoli del Salone, dove gli spettatori stavano intanto consumando la cena. L’esordio sul palco con “Sorrentinella” non porterà fortuna al duo Fasano, che si troverà addirittura escluso dal podio. A vincere sarà Nilla Pizzi con “Grazie dei fiori”. Complice il regolamento, la Pizzi conquisterà anche la seconda piazza in coppia con Achille Togliani e il brano “La luna si veste d’argento”. Terzo sempre Togliani con “Serenata a nessuno”.
La prima edizione suscitò reazioni ben poco calorose. La critica e la stampa le dedicarono in genere poche righe, più che altro per sottolinearne il carattere dimesso. Pur con un biglietto d’ingresso a prezzo decisamente popolare, appena 500 lire, il Casinò non riuscì mai a registrare il tutto esaurito. Anche il premio per il vincitore era alquanto modesto: 80mila lire, l’equivalente di 1.500 euro di oggi. Al momento della premiazione Nilla Pizzi si vide addirittura consegnare un triste mazzetto di garofani colti direttamente dall’allestimento del palco.
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