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13 Agosto 2022 - 06:02
«Non date erba di sfalcio al vostro bestiame». L’appello agli allevatori piemontesi arriva dall’Istituto Zooprofilattico per voce del dirigente veterinario di Cuneo, Stefano Giantin. Il motivo è semplice: a causa dell’eccessiva siccità, il sorgo selvatico, una delle erbe che si possono trovare in qualunque prato, è velenoso.
Le analisi dell’Istituto infatti hanno confermato quanto già si sospettava nei giorni scorsi: le 50 mucche di razza piemontese morte il 6 agosto a Sommariva Bosco sono state avvelenate dal sorgo, una graminacea che contiene naturalmente la durrina nella prima fase di crescita, ma che aumenta in quantità quando c’è siccità. La durrina è un glucoside cianogenetico, capace cioè di produrre acido cianidrico, meglio noto come cianuro. E in effetti le analisi hanno dimostrato che i bovini sono morti per «un’intossicazione acuta da acido cianidrico». Un problema che si sta allargando a macchia d’olio: giovedì il pronto intervento di veterinari dell’Istituto ha permesso di salvare altri 25 capi nell’allevamento di Sommariva Bosco. E nella nottata, grazie all’uso di un antidoto, anche 6 in uno di Bra e 5 in un altro di Moretta, dove però non si è potuto fare nulla per altri 9 bovini in tutto. «L’antidoto - spiega Giantin - consiste nella somministrazione per via endovenosa di biofosfato di sodio». Gli animali che vengono salvati non hanno particolari ripercussioni di salute: la loro carne può essere consumata senza timori mentre il latte viene “sospeso” per un certo periodo di tempo.
Nelle piante prelevate a Sommariva Bosco, la durrina è stata rinvenuta in concentrazione pari allo 0,1%. Negli animali deceduti è stata rilevata una concentrazione di acido cianidrico di gran lunga superiore ai 730 parti per milione, ritenuta tossica per i bovini. Il problema per ora è circoscritto alla parte nord della provincia di Cuneo: «Ipotizziamo che sia perché qui ha piovuto ancora meno che nel resto della regione ma occorre fare attenzione perché non si può escludere a priori che lo stesso fenomeno si presenti all’improvviso anche in altre zone». Da qui l’appello a usare solo foraggio di provenienza sicura, che non possa contenere la pericolosa erba.
Nel frattempo, anche Coldiretti Torino ha deciso di appoggiare l’iniziativa avviata dall’amministrazione comunale di Sommariva, che ha attivato una raccolta fondi per sostenere l’azienda agricola in cui sono morte le prime 50 mucche.
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