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AMICI ANIMALI
15 Giugno 2025 - 12:00
È uno degli animali più enigmatici del continente africano, tanto da essere stato a lungo scambiato per una creatura mitologica. Eppure l’okapi, oggi noto alla scienza, è un mammifero artiodattilo realmente esistente, che vive esclusivamente nelle fitte foreste del settore nord-orientale della Repubblica Democratica del Congo.
Con le sue striature bianche e nere sulle zampe e sulle natiche, l’okapi è stato per decenni confuso con una specie affine alla zebra. In realtà, fa parte della famiglia dei giraffidi ed è l’unico rappresentante vivente, assieme alla giraffa, di questo ramo dell’evoluzione animale.
A differenza delle loro celebri “cugine” della savana, gli okapi hanno dimensioni più contenute e proporzioni diverse: il collo è notevolmente più corto e l’altezza al garrese è simile a quella di un cavallo, attestandosi intorno a un metro e mezzo. Queste caratteristiche fisiche non sono casuali: secondo i paleontologi, l’okapi sarebbe il risultato di una linea evolutiva dei giraffidi che non si adattò alla progressiva desertificazione dell’Africa avvenuta durante il Miocene medio. Mentre alcune specie svilupparono un collo più lungo per raggiungere la vegetazione delle savane aperte, gli antenati dell’okapi rimasero legati all’habitat forestale.
Nei millenni successivi, la pressione antropica e la competizione con altre specie spinsero ulteriormente gli okapi a rifugiarsi nella parte più protetta del loro areale originario. È per questo motivo che oggi si trovano solo in una ristretta zona della Repubblica Democratica del Congo, diventando una vera e propria rarità della biodiversità mondiale.
Il loro soprannome, “giraffe della foresta”, deriva proprio da questa specializzazione ecologica: al contrario delle giraffe che popolano la savana, gli okapi si sono adattati perfettamente alla vita tra gli alberi e il sottobosco delle grandi foreste pluviali. Il nome “okapi”, invece, affonda le sue radici nella lingua delle tribù Mbuti, popoli pigmei che storicamente abitavano il confine tra Congo, Uganda e Kenya e che conoscevano questo animale da secoli.
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