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Arte

Sgarbi e il Futurismo di Massimo Massano: «Questa non è solo arte, è religione»

Il sottosegretario alla Cultura incantato dalla Fondazione Quarto Potere

Vittorio Sgarbi e l'assessore Purchia

Il Depero delle meraviglie

Non poteva che essere a Torino la prima uscita pubblica, ufficiale, di Vittorio Sgarbi nei panni di neo sottosegretario alla Cultura del governo Meloni. E’ qui, infatti, che il 3 novembre 2022, trascorrendo l’intera giornata tra Artissima all’Oval Lingotto e Flashback in corso Lanza 75, ha trovato pane per i suoi denti affamati di arte dato il suo ruolo istituzionale ma ancor di più per la sua natura che lo porta a essere in primis il più grande critico d’arte italiano.

Dai gusti molto chiari, legati in particolare ai capolavori del passato, alla perfezione rinascimentale e molto meno a certa arte contemporanea di fronte alla quale a volte rimane deluso, come è avvenuto per esempio ad Artissima nel caso di una scultura buttata lì, «che proprio non capisco».


Notevoli, in ogni caso gli apprezzamenti per tante altre opere, per la grande fiera in generale che «vorrei portare anche a Rovereto, è capace di catalizzare l’attenzione di migliaia di persone in pochi giorni», ha detto prima di congedarsi e raggiungere Flashback, in Borgo Crimea. Qui Vittorio Sgarbi ha visitato una per una le 34 gallerie, molte dedicate alla “sua” arte antica, dispensando complimenti e strette di mano. Ma è di fronte ai capolavori del Futurismo allestiti nella galleria di Fondazione Quarto Potere (di cui Torino Cronaca è media partner) che il sottosegretario si è lasciato andare: «Questa non è semplicemente arte - ha detto ammirando la parete con i quadri dei padri del Futurismo, Marinetti, Balla, Boccioni, Severini, Carrà, Russolo e Sant’Elia che si è goduto uno per uno - ma è religione».
Tanti i complimenti verso il “Brennero” di Depero, la mega opera di immenso valore, di proprietà del grande collezionista torinese Massimo Massano, che il giorno prima aveva incantato anche il sindaco Lo Russo, di cui ha sottolineato il valore sia patrimoniale che culturale. L’ha ammirata e studiata molto da vicino quasi a volerla toccare. Il critico ha poi proseguito il suo giro nella nuova sede di Flashback fino all’ultimo piano: «Sempre bello essere qui».

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